È uscito in estate “Movimento”, secondo disco degli Arancioni Meccanici, da anni fieri rappresentanti della musica alternativa made in Milano. Tra technicolor, neopsichedelia e new wave il duo ha creato un disco cool, variegato, divertente ma consapevole: come suggerisce il titolo, è mutevole, è pura vita. Abbiamo chiesto agli Arancioni Meccanici di raccontarci il nuovo disco traccia per traccia, un invito a scatenarvi in pista tra vaporwave ed electro funk.
ITALO DISCO
Apre il disco ed è forse il primo pezzo su cui abbiamo lavorato. Inizialmente è partita come un’idea di remix di una traccia del nostro precedente album, “Nero”, e ha poi preso una strada tutta sua. Abbiamo cercato di mescolare un surf tarantiniano con il post punk e la new wave, inserendo poi frammenti audio storici e iconici degli anni ’80. Da parte nostra è stato tanto divertente quanto un omaggio doveroso ad un’epoca che ci ha certamente segnato.
VIETNAM
Qui senza dubbio viene fuori la vena rollingstoniana che abbiamo sempre avuto e mai nascosto. Abbiamo aggiunto un po’ di psichedelia pop con effettistica, synth e distorsioni. Crediamo che poi il tutto sia il giusto sottofondo per quella guerra con se stessi, tra vicini di casa, così come tra stati e popoli, di cui si parla nel testo.
ZOMBIE JUNGLE
La voglia di mescolare – o meglio di miscelare – già evidente nelle prime due tracce, qui si conferma sicuramente, e forse raggiunge il picco all’interno dell’album. Ad una sezione ritmica ispirata a pietre miliari del calibro di Chic o Tullio De Piscopo si aggiungono chitarre punk e dark, che vanno a culminare in un ritornello e un finale quasi post-rock. La canzone più acida e aggressiva da noi prodotta. Chiaramente un sogno sarebbe pensare venisse utilizzata in un horror splatter di Lucio Fulci. Anche di Robert Rodriguez non sarebbe male.
COMBUSTIBILE
Gianfranco – il cantante – la definisce “solar punk”: il groove del basso sa di USA quanto di Manchester, il tutto passando dalla Fonoprint di Bologna per fare un saluto a Vasco Rossi e Guido Elmi. E come dice Gianfranco a un certo punto, “c’erano pure gli Squallor”.
IL FLUSSO
Con questa traccia i toni dell’album cominciano a scurirsi un po’. Potremmo definirla la parte più notturna, nella categoria “After Dinner”. Forse pensandoci è una canzone in cui degli errori di gioventù rappresentano una parte integrante di se stessi. La scoperta del rock’n’roll ed il suo marchio indelebile.
Un inno a se stessi e al sentirsi simili.
DISCO D’ARGENTO
Aperitivo al mare o drink in discoteca all’aperto, mentre le onde si trasformano in schegge argentate, seguendo una rotta tracciata da Roxy Music e Duran Duran. La presenza di percussioni Timbales in stile Partenopeo e un assolo di sax – di Andy dei Bluvertigo – completano il quadro.

SUMMERTIME
Crediamo che una buona immagine per descrivere questo brano possa essere quella di un cd o musicassetta che si blocca “on repeat”. In questo caso la presenza del fantasma del Festivalbar si fa sentire con forza. Come abbiamo già scritto in fase di presentazione è il nostro romanzo dreamwave per l’estate 2024 – con l’ambizione che possa durare per sempre.
MI MANCHI (MY MONKEY)
Che la vaporwave sia un movimento che ci affascina e spinge creativamente è un dato di fatto. Così come la canzone d’autore di Califano o della scuola genovese e bolognese. Queste sono forse state le più grandi influenze di questa traccia, che nella lirica potrebbe essere un dialogo allo specchio, magari asciugandosi i capelli o facendosi la barba.

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