Amalia si confronta con ciò che ancora la frena, con quelle ombre che la perseguitano e contro cui lotta continuamente: il nuovo EP “Giocattoli Rotti” è il racconto di quelle voci che fanno rumore anche quando tutto sembra silenzioso, un loop di emozioni che trascina l’artista romana su una giostra che si inceppa e la manda fuori rotta, costringendola a navigare tra cicatrici ormai parte di lei.
Dalla forza cruda della title track fino alla ripartenza di “Da Capo”, Amalia sa che deve lasciare andare ciò che è stato, ma ha anche la lucidità e la maturità di capire che certi vuoti fanno parte del viaggio. Remata dopo remata, il suo pop scuro diventa una presa di coscienza, uno schiaffo sonoro che risuona nelle nostre zone d’ombra.
Abbiamo chiesto alla cantautrice di raccontarci i brani che compongono il suo nuovo EP, sviscerandoli dal punto di vista dell’autore:
IN OMBRA
“In Ombra” rappresenta la seconda parte di un dialogo fittizio con uno psicologo che ho immaginato per accompagnare, mano nella mano, chiunque si avvicini all’emblematico percorso della psicoterapia; questa traccia è la seconda parte di una seduta iniziata in “Pace Libera Tutti”, il mio primo EP. È un dialogo in cui vedo la mia testa come una stanza colma di giocattoli rotti, di quelle ferite che ancora faccio fatica a curare e che porto con me.
GIOCATTOLI ROTTI
Questo brano è nato di getto, come un’urgenza, dopo aver concluso una relazione estremamente nociva che ha fatto da innesco aprendomi la porta su uno scenario più ampio: quello della mia infanzia.
I giocattoli rotti sono le ferite che ci portiamo dietro fin da bambini, traumi che restano lì, immobili nel tempo, incapaci di guarire. In questo brano li guardo in faccia, li riconosco, li trasformo in ombre e scelgo di abbracciarli come parti di me.

ALICE
“Alice” è un manifesto di ribellione, un urlo contro quel ticchettio costante con cui cresciamo: l’ansia del futuro, dei sogni da realizzare, della sensazione di non essere mai abbastanza. È la voce di chi si rifiuta di seguire la corsa, di chi non vuole sentirsi dire che è tempo di crescere. “Alice” vuole rompere il silenzio e restituirci il diritto di essere fragili, frivoli, liberi, imperfetti. A modo nostro, al nostro tempo.
NEANCHE LO SAI
“Neanche lo sai” è nata dalla consapevolezza di dover lasciare andare una persona, nonostante in quel momento credessi di essere ancora innamorata e di ricevere amore. I continui contrasti, le continue incomprensioni, il sentirsi soli nonostante fossimo insieme. Questo brano racconta dell’essere vicini, ma in realtà lontani. Racconta della distanza emotiva che permea la relazione senza poi lasciarle scampo.

DA CAPO
“Da Capo” racconta di un viaggio difficile: quello per diventare chi siamo davvero.
Un percorso fatto di salite ripide e cadute inevitabili, ma anche di forza, di tentativi e di nuova consapevolezza. Questa canzone è un messaggio di resilienza che parla del coraggio di rimettersi in cammino ogni volta che cadiamo, della determinazione di cercare, anche nel buio, il nostro posto, la nostra voce, la nostra verità.
Ho sempre immaginato questo percorso come un labirinto: nove bivi su dieci ci portano fuori strada, ma sono proprio quelli che ci insegnano cosa non siamo. E per questo, sono preziosi quanto l’unico che ci conduce, finalmente, allo specchio in cui ci riconosciamo.
UN ULTIMO GIRO DI GIOSTRA
Questo brano è una pausa nello spartito prima del drop, un respiro prima del salto. Un momento sospeso, in bilico tra la voglia di affrontare il mondo e il bisogno di restare fermi, ancora un po’. È il limbo delle scelte difficili, quando sai che scendere nella realtà farà male, ma non sei ancora pronto a farlo.
“Un Ultimo Giro Di Giostra” è il desiderio di dilungarsi nell’attesa, di rimandare quel momento in cui tutto cambia. È il tempo fragile in cui convivono due voci: una che vuole volare, l’altra che ti ancora al suolo. E mentre girano i pensieri, resti lì, ancora un po’, prima di decidere se scendere dalla giostra.

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