Ognuno di noi ha un momento preciso della giornata in cui i pensieri riescono a prendere vita, a diventare specchio delle sensazioni più profonde che ci caratterizzano e ci rendono unici. Nella notte costruiamo le fondamenta della nostra persona tassello dopo tassello, sogniamo di diventare grandi. La notte ci culla, ci regala una potenza quasi oltre ogni logica; ci rende artisti, visionari, ma anche sinceri e vulnerabili.
Tra sogni e bisogno di futuro, navighiamo “Noi della notte (A.M.)”, il primo disco de IlNesso139, in uscita per Honiro Publishing: la realtà di tutti giorni può anche metterci con le spalle al muro, ma esiste sempre la notte dove tutto può cambiare, dove poter ricominciare.

La prima domanda parte dal titolo del tuo disco: che caratteristiche hanno quelli della notte?
Sono tutti coloro che si rifugiano nella notte, tutti coloro che nella notte trovano una musa, un’amica e una confidente.
Coloro che durante la notte si sentono parte di qualcosa, riuscendo però a rimanere loro stessi. Quelli della notte sono tutte le persone che durante la notte si sentono invincibili nella loro fragilità.
L’immaginario di Hopper diventa il fil rouge che collega ogni brano del disco. Dove nasce l’esigenza di ritirarsi nella notte? C’è qualcosa che, in un certo senso, il giorno ci toglie?
La notte ci dà la possibilità di fermarci, prendere fiato e riflettere, abitudine che sta venendo sempre meno in una società costantemente di corsa.
Durante la notte l’insieme torna individuo, crollano i costrutti sociali e si è liberi di reinventarsi, o volendo di conoscersi meglio. Durante il giorno si ha la necessità di tenersi impegnati; e nel momento in cui ciò non avviene, subentra la noia e la relativa ricerca di un impiego o una distrazione. Durante la notte non si ha questa necessità. Al posto della noia subentra più facilmente la riflessione e l’introspezione.
Il giorno ci toglie quindi la possibilità di esprimerci pienamente senza il giudizio altrui, mentre la notte ci accompagna alla scoperta di noi stessi.
“La notte porta consiglio”, come spesso si dice. Il momento più catartico nel quale immaginare e pensare al giorno, al proprio futuro. Sognare in tutti i sensi, ecco. In tutta la creazione del disco e nel lasso di tempo di lavorazione, cosa hai immaginato o sognato per questo disco, una volta fuori?
I sogni e le aspettative per questo progetto sono indubbiamente variate nel lasso di tempo della realizzazione. Inizialmente volevamo ottenere un album coerente a livello di sound e che rispecchiasse il mio immaginario, essendo il primo lavoro in studio, mentre, al momento, il mio sogno per questo disco è che rimanga nel tempo, non necessariamente ad un grande pubblico, purché abbia lasciato un segno, anche solamente in pochi e anche solamente una frase.
In “Solo un ricordo (04:00)” dico: “Lascerò il segno nella storia o tutto questo sarà inutile? Cambierò la vita di qualche ragazzo o tutto questo sarà inutile?”. Finché riuscirò a cambiare anche in minima parte la vita di qualche ragazzo, sarò fiero della mia musica.
In “non esce mai nessuno (01:00)” dici, “Lanciami una corda che mi aggrappo un po’ alla noia”. La noia è un elemento che a volte distrae dalla frenesia quotidiana, a volte può destabilizzare e portarci via dal focus su noi stessi. Che valore le dai all’interno della tua vita? E che ruolo ha quella ‘’corda’’ di cui parli nel brano?
Ritengo la noia un elemento mortifero, soprattutto se vissuta come un limbo dal quale difficilmente si esce. La noia è l’assenza di impulsi, che siano creativi o meno. In un vecchio brano ho scritto “La noia è un sentimento che ti ucciderà dentro, se non la riesci ad ammazzare per primo” e la corda di “Non esce mai nessuno (01:00)” rappresenta al contempo sia la possibile via di fuga, lo slancio vitale verso la creazione , sia quel sentimento di accidia che ci condanna alla noia.
La noia va quindi affrontata e lasciarsi ispirare dalla notte è un’ottima soluzione.
Vorresti lasciarci un messaggio finale per concludere?
Vi auguro di imparare a conoscervi e ad accettarvi. Non lasciate che il giudizio altrui vi spaventi o che riesca ad influenzare pesantemente la vostra vita; non siate succubi di un ruolo prestabilito dalla società, ma tentate di costruire il vostro.
Vi auguro di trovare un rifugio emotivo, come io ho trovato il mio nella notte e nelle persone che amo.
