DEEP DIVE TRACKS: LIMONOV – COSE IN CUI NON CI SEI PIÙ

“Cose in cui non ci sei più” è il nuovo album dei Limonov: una distopia emotiva, popolata da ricordi amari e reminiscenze dolorose, sullo sfondo di un post punk scurissimo. Abbiamo chiesto alla band lombarda di raccontarci tutti i brani che compongono l’LP, sviscerandoli dal punto di vista dell’autore.

1. INTRO
Cercavamo di fare un pezzo che portasse con sé la malinconia di “Untitled” degli Interpol e non ce l’abbiamo fatta. Gli vogliamo comunque bene. È dedicato a un appartamento che collassa attorno a una coppia.
 
2. IL PRIMO CANE
“Il primo cane” parla di perdita come, d’altronde, tutto il resto dell’album. Il brano affronta quel momento in cui, per la prima volta, la morte si presenta all’interno di una vita: quel senso di colpa che deriva dall’incapacità di salvare le cose che amiamo.
La città, attraverso il testo del brano, si trasforma nel teatro di un dolore che si riflette nelle sue superfici fino a invadere il centro commerciale e il bosco verticale, restituendo così l’immagine patinata e straziante di un oggetto perduto.
 
3. CAMERE A GAS
Tutto il male che abbiamo commesso, la sofferenza che abbiamo dato, gli oggetti che abbiamo bruciato, gli occhi che abbiamo chiuso, le dita che abbiamo spezzato, i bimbi che abbiamo cresciuto, il cane che non abbiamo salvato, i corpi che abbiamo ignorato. Nelle camere a gas. È con quell’immagine che ho preso atto del dolore che avrei potuto causare a un’altra persona per il solo fatto di essere umano. E con quella stessa immagine ho capito che non mi sarei mai liberato del senso di colpa per le azioni che avevo commesso o anche solo per i pensieri che avevo avuto.
 
4. CATTEDRALE
Una diciannovenne collassata, bianca cadaverica, le vene viola evidenti sul collo e sporca di vomito a un rave. Ci farebbe piacere rivederla.
 

 

5. IL GIORNO E L’ORA
È la canzone più vicina alla morte che abbiamo mai scritto e dedicata alla madre.
 
6. COSE IN CUI NON CI SEI PIÙ
Abbiamo capito molto dopo averla scritta che stavamo parlando di elaborazione del lutto. Le persone scompaiono costantemente accanto a noi, e poi noi scompariamo con loro. L’unico percorse possibile tra le cose che ci circondano è quello volto a imparare come lasciarle andare.
 
 
7. CHALLENGER
L’analogia è molto facile. Il countdown del pezzo è un omaggio al countdown del disastro dello Space Shuttle Challenger, il razzo che andò in avaria a pochi secondi dal lancio il 28 gennaio 1986 provocando la morte di tutti i passeggeri. La voce, qui, è quella di alcuni bambini. È la cosa più triste che abbiamo mai scritto.
 
8. TUTTO SI STACCA DAL MURO
C’è solo l’amore. E un minimo di fede.

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