DEEP DIVE TRACKS: FAZIO – Ma ti pare

“Ma ti pare” è il nuovo EP di FAZIO: un disco in bilico tra melodie indie pop e atmosfere sognanti, un esordio che profuma di conforto e di primavera. Abbiamo chiesto al cantautore di base a Torino di raccontarci tutti i brani che compongono l’EP, sviscerandoli dal punto di vista dell’autore.

 

GIOVANNI
“Giovanni” è la canzone che apre l’EP. Al contrario di quanto si potrebbe pensare dal titolo, è un brano corale che ha come protagonisti più personaggi, che rappresentano uno spettro variegato di caratteri e personalità accomunate tutte da uno spirito di disadattamento e malinconia che li rende tragicomici, nell’eterna lotta tra il sentirsi accettati e l’accettare di essere sbagliati, dalla quale comunque vada usciranno sconfitti. Si parte da Giovanni che è un povero miserabile, per arrivare a quella che è la figura più poetica, ovvero Serena con la sua giovane vita, tragica e fragile.

CANZONETTA
“Canzonetta” è il frutto dell’unione di due frustrazioni: la prima, futile, personale e passeggera e la seconda, seria, sistemica e politica: ovvero io che vago a vuoto per 45 minuti per il centro centro di Torino per fare delle fotocopie (non riuscendoci) quando mi imbatto in tre camionette di polizia a guardia di un manipolo di venti persone di Fratelli d’Italia. È una canzonetta nel vero senso della parola. Leggera, catchy, scanzonata, che però si sforza comunque di andare oltre al sole, al cuore e all’amore, cercando di parlare di tematiche sia sociali che personali, nonostante la sua natura musicalmente “senza troppe pretese”. È la canzone che ho scritto in meno tempo in assoluto e di cui inizialmente mi vergognavo tantissimo. Col tempo ho imparato ad accettare che io sono anche questo, e che in fondo forse mi sta bene così.

 


COME SEI (feat Lumen)
“Come sei” è la mia canzone preferita dell’EP. Riassume ogni aspetto che ho caro nella musica. Leggera ma non frivola, malinconica ma non pesante, eterea, sognante e soprattutto arricchita dalla poesia di Lumen. È il mio primo featuring e ne sono davvero orgoglioso. Tratta di quanto possano essere complicate le relazioni e le separazioni, e di come a volte siano necessarie per riscoprire aspetti di sé che non ci erano mai stati chiari. La chiudo con una citazione da matricola del dams “Tra il dolore e il nulla, scelgo il dolore”.

 


FATTI MIEI
“Fatti miei” è il brano di chiusura dell’EP. L’ho scritta durante un workshop col poeta milanese Vincenzo Costantino Chinaski, e forse riassume la frase più significativa per me dell’intero lavoro. “Fatti miei […] se giudico e però non predico, se penso che nel limite del bene, bene o male tutto quanto sia concesso”. Se ognuno focalizzasse le proprie energie su ciò che davvero lo fa star bene, alla cura della propria persona, al mondo ci sarebbero molta meno aggressività, violenza e soprattutto odio. E invece vedo solo spettacolarizzazione del dolore, indifferenza per le tragedie collettive e individuali, clima di odio e diffidenza verso il prossimo. Non a caso ne è nata la più cattiva delle quattro canzoni.

 


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