“Mandic” è il nuovo EP dei VIZIOSA, un concentrato esplosivo di punk e un grido di ribellione disperata contro un mondo che non ne vuole sapere di andare oltre ai propri stereotipi. Abbiamo chiesto al duo piemontese di raccontarci tutti i brani che compongono il loro disco, sviscerandoli dal punto di vista dell’autore:
STRADE BIANCHE
“Strade bianche” è il grido straziante di tutte quelle anime, perse o ferite, che galleggiano nel fetore tossico in cui vivono. Figli che nelle strade trovano rifugio, armati di stagnola e accendini. Madri, con il viso corroso da lacrime bianche, cercano impaurite, tra schifo e solitudine, i figli.
Il bagno di un locale diventa teatro di un finale tragico, ma che ha il sapore di libertà. Una corda diventa l’unico mezzo disponibile per togliersi dall’anima quel peso bianco.
DAVIDE (feat. Drew McConnell)
“Davide” è un inno alla follia e alla purezza d’animo. Un racconto onesto e tagliente che scava nell’anima di una persona pura, che spesso non viene capita fino in fondo. Senza saperlo potresti essere stato il suo Golia.
“Strade bianche” è il grido straziante di tutte quelle anime, perse o ferite, che galleggiano nel fetore tossico in cui vivono. Figli che nelle strade trovano rifugio, armati di stagnola e accendini. Madri, con il viso corroso da lacrime bianche, cercano impaurite, tra schifo e solitudine, i figli.
Il bagno di un locale diventa teatro di un finale tragico, ma che ha il sapore di libertà. Una corda diventa l’unico mezzo disponibile per togliersi dall’anima quel peso bianco.
DAVIDE (feat. Drew McConnell)
“Davide” è un inno alla follia e alla purezza d’animo. Un racconto onesto e tagliente che scava nell’anima di una persona pura, che spesso non viene capita fino in fondo. Senza saperlo potresti essere stato il suo Golia.
SEI IL DOLORE
Spesso il vizio è alimentato dalla ricchezza.
La borghesia di facciata nasconde meandri contorti e trasgressivi.
La brava ragazza in spiaggia ostenta eleganza, lusso e finto pudore, ma nasconde dentro di sé la trasgressione peccaminosa che fa parte di lei.
La sera la webcam diventa per lei simbolo di libertà, padrona finalmente del suo corpo, gode e fa godere chi la guarda. “Sei il dolore” è un grido che combatte a fianco dei sex-workers per sconfiggere il bigottismo becero della gente.
TUTTO QUANTO
Se il nostro EP fosse una famiglia e le canzoni i cinque membri che la compongono, “Tutto quanto” sarebbe il figlio più intelligente e più bello, che porta sulle spalle tutte le aspettative che i genitori hanno su di lui.
Lui odia però quell’ipocrita maschera borghese è lo dimostra in maniera selvaggia. La sua missione e il suo piacere diventano destabilizzare, deludere, provocare e scandalizzare abbattendo quel muro moralista che da sempre lo ostacola.
CAOS
“Caos” è il fantasma piangente di un uomo morto, sbranato e ucciso da iene urbane che subdolamente lo hanno ingannato portandolo alla morte.
Il fantasma vaga per i vicoli della città scrutando silenziosamente le persone che incontra, piange per le loro sofferenze e loro, con i denti ancora sporchi di sangue, ridono intorno al suo cadavere. Caos nel caos.
Spesso il vizio è alimentato dalla ricchezza.
La borghesia di facciata nasconde meandri contorti e trasgressivi.
La brava ragazza in spiaggia ostenta eleganza, lusso e finto pudore, ma nasconde dentro di sé la trasgressione peccaminosa che fa parte di lei.
La sera la webcam diventa per lei simbolo di libertà, padrona finalmente del suo corpo, gode e fa godere chi la guarda. “Sei il dolore” è un grido che combatte a fianco dei sex-workers per sconfiggere il bigottismo becero della gente.
TUTTO QUANTO
Se il nostro EP fosse una famiglia e le canzoni i cinque membri che la compongono, “Tutto quanto” sarebbe il figlio più intelligente e più bello, che porta sulle spalle tutte le aspettative che i genitori hanno su di lui.
Lui odia però quell’ipocrita maschera borghese è lo dimostra in maniera selvaggia. La sua missione e il suo piacere diventano destabilizzare, deludere, provocare e scandalizzare abbattendo quel muro moralista che da sempre lo ostacola.
CAOS
“Caos” è il fantasma piangente di un uomo morto, sbranato e ucciso da iene urbane che subdolamente lo hanno ingannato portandolo alla morte.
Il fantasma vaga per i vicoli della città scrutando silenziosamente le persone che incontra, piange per le loro sofferenze e loro, con i denti ancora sporchi di sangue, ridono intorno al suo cadavere. Caos nel caos.

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