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“Esiste ancora la spensieratezza?” Sandro Mai racconta il nuovo disco

Esiste ancora la spensieratezza? è l’album d’esordio di Sandro Mai, un disco che parla del tempo, di come lo percepiamo e di come lo viviamo nei vari momenti della nostra vita, nel tentativo di capire cosa vuol dire vivere emozioni e sentimenti che mutano all’improvviso, senza una vera ragione. “Esiste ancora la spensieratezza?” – ci raccontano i Sandro Mai – è una domanda cui sembra quasi impossibile trovare una risposta. Abbiamo provato a cercarla in una canzone. L’impresa si è rivelata più ardua del previsto e ne abbiamo dovuto fare un disco.

Sandro Mai è un duo ma forse è una persona sola. Sandro Mai non ha un genere, scrive solo canzoni. Abbiamo scambiato due chiacchiere con loro lui e ci siamo fatti raccontare il nuovo disco traccia dopo traccia.

BASTEREBBE
La canzone parla di come i ricordi possano essere un rifugio in momenti complicati, in cui tutto sembra essere nero. L’andare a fondo diventa qualcosa di positivo perché aiuta a riscoprire sé stessi e cosa ci fa stare bene. L’iniziale visione disillusa diventa essa stessa un ricordo lontano che lascia spazio a uno sguardo del tutto nuovo sul mondo che ci sta attorno.

CINQUE ANNI
Un brano che prova a immaginare come sarebbe rincontrare una vecchia conoscenza, chiedendosi quanto si possa cambiare, appunto, in cinque anni. Sandro Mai si interroga: le cose hanno ancora la stessa importanza, tanto da non parlarsi più? A ogni lustro si cambia gusto. Ma è poi così vero? Sandro non sembra poi così cambiato. Pare che aspetti ancora che qualcuno lo ami, o forse non lo ami, proprio come faceva quella persona cinque anni prima.

LA VITA È BELLA QUANDO DURA POCO
Spesso sentiamo dire che la vita è un gioco. E se da un lato è vero che il gioco è bello quando dura poco, per Sandro va da sé che la vita è bella quando dura poco: quando si ha poco tempo non si ha spazio per il superfluo o per le cose che ci fanno stare male. Si riflette sul tempo e su come lo viviamo e percepiamo. Forse è proprio quando il tempo a disposizione è poco che siamo veramente noi stessi. Le scelte che possono sembrare impulsive, sono in realtà le più vere e profonde. Avere poco tempo ci fa apprezzare di più quelle cose a cui non daremmo normalmente peso e tutto acquista un senso diverso. L’invito è a non disperare perchè anche tutto ciò che sembra essere fuori posto, una volta fatto il suo giro, si sistemerà.

CHISSÀ
“Chissà” parla dell’incertezza di una relazione che non riesce a esprimersi pienamente, della difficoltà di lasciarsi andare e godersi a pieno un sentimento per la paura di farsi del male. Tutte cose che portano a non voler approfondire il rapporto per non doverne affrontare la parte più complicata. È più semplice tenersi a distanza di sicurezza e godersi solo la parte meno impegnativa, lontani dai problemi di tutti i giorni. Inevitabile che uno dei due ne vada a soffrire più dell’altro. Emblematica la frase: “Perché potresti trovar le parole per dirlo ma forse non fa proprio parte di te. Ma quanto è bello tenersi soltanto la parte migliore di me”.

NON FAI PIÙ FESTA
“Non fai più festa” come sinonimo del non trovarsi a proprio agio nel momento che si sta vivendo e dare la colpa al destino. Sandro non ci sta e per uscirne scrive canzoni, fa collezione di istanti e non si fa più spaventare da ciò che arriva inaspettatamente. Non bisogna piangersi addosso ma cercare di capire cosa non va e non perdere sé stessi. D’altronde non saremo capaci di trasformare l’acqua in vino ma abbiamo comunque parecchie doti strane per aiutarci a tornare a fare festa.

A DUE PASSI DAL MARE
Qui non si parla d’estate, di passeggiate in riva la mare o di grandi nuotate sotto il cielo d’agosto ma si riflette sull’importanza che diamo, o che davamo, a determinate cose che ora sembrano non darci più soddisfazione. Ecco che non contano più denaro, contratti, lavoro, case, politica, sfide, classifiche. Sandro vuole lasciare in secondo piano tutto questo e suggerisce di concentrare le nostre energie per ripartire dai sentimenti, prendendosene cura per farli tornare protagonisti della nostra vita. Sono i sentimenti l’unica base possibile per poter tornare a guardare e vivere il mondo con occhi diversi, per non ritrovarci di nuovo un giorno a dire “non trovo più niente che mi faccia felice”.

PLAYLIST
Sandro inizia col parlare di come sia complicato a volte scrivere canzoni. Cosa si può dire e cosa no? Ha senso continuare a farlo anche se nessuno ha voglia di ascoltare? Ma poi si dice che tutto ciò non gli interessa veramente e continuerà a cantare. Quello che davvero lo turba è vedere che sempre più persone si portano dei macigni nel cuore e persi nella frenesia della vita rincorrono cose che solo in apparenza le rendono felici ma in realtà regalano una felicità superficiale e mai troppo duratura. Infatti ci si ritrova a svegliarsi la mattina e a non avere voglia di quello che ci sta intorno. Ci si rende conto di quanto sia in realtà vuoto ed effimero quello che abbiamo creato. Non era forse meglio quando l’unica cosa che contava veramente era vedersi e stare insieme? Era forse tutta lì la spensieratezza?

CALAIS
“Calais” ci riporta coi piedi per terra. Bello ricordare, ma quanto può essere strano? A volte ci guardiamo indietro e tornano alla mente momenti che non sembra nemmeno siano stati vissuti da noi. Poi basta un biglietto ritrovato in un vecchio libro per dirci che in realtà è tutto vero. “Mi ricordo una storia di qualche tempo fa. Sembra un’altra vita. Invece è questa qua”.

MORIREI
Il cielo può crollare per motivi opposti. O per troppa gioia o per troppa disperazione. La cosa certa è che se crollasse per davvero forse rischieremmo di morire. Nessun problema per Sandro che sarebbe disposto addirittura a morire pur di avere la possibilità di poter passare un altro giorno con la persona che ama. Incredibile! N’est-ce pas?

LUCI DI NATALE
Quante volte ci è capitato di scambiare delle luci natalizie per dei posti di blocco? Peggio ancora se si è alzato un pochino il gomito. Si potrebbero prendere decisioni avventate come quella di fuggire attraverso il bosco per poi scoprire che in realtà quelle luci non erano altro che semplici decorazioni. Oppure peccare di self-confidence e finire dritti fra le braccia della Legge perché Natale è ormai passato da un pezzo. Qual è la morale di questa canzone? Attenti, perché non è sempre Natale.

AL BAR
Quando è saltata fuori questa canzone ci sono venuti in mente i racconti di cantautori come Guccini o Dalla che dicevano di ritrovarsi spesso al bar, o meglio nelle osterie, per suonare, bere e cantare tra amici. Abbiamo voluto cercare di ricreare quell’atmosfera invitando diversi amici a cantarla insieme a noi. L’applauso finale è per loro e per tutti voi.

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