Quello che abbiamo ascoltato con Alda Merini Centravanti e Bonsai era solo l’inizio: il 13 maggio (via Costello’s Records) è uscito Guarda Dove Vai, il disco d’esordio di Marta Tenaglia
Guarda Dove Vai diventa ufficialmente il nuovo biglietto da visita di Marta Tenaglia, cantautrice milanese di cui vi avevamo già parlato quando è stata scelta come artista della settimana per MTV New Generation. Le premesse prima dell’ascolto erano sicuramente buone. Il risultato finale è un disco che riflette il talento e la sincerità di Marta, una delle artiste che rappresenta appieno la wave delle produzioni italiane provenienti dal mondo indipendente.
Nel suo pop si alternano in maniera naturale beat ora morbidi ed ora più decisi, suoni elettronici in perfetta sintonia ed alternanza con quelli acustici. Ma l’aspetto che colpisce certamente di più è la capacità di usare la sua voce: si modula perfettamente quando deve colpire, ci culla quando vuole far riflettere, diventando poi tagliente quando è il momento giusto per esserlo.
Nei testi troviamo una persona sensibile che vive nel mondo moderno
Prendiamo, ad esempio, Ventilatore, che parte dall’idea che sotto sotto, quando ad agosto a Milano ci sono cinquanta gradi, un ventilatore faciliterebbe la vita. Salvo che poi ti ricredi e ti chiedi perché mai dovresti comprare un ventilatore, che voglio dire lo usi giusto per tre settimane e poi dove lo metti ora che non hai più spazio sopra l’armadio? Quindi quel ventilatore non te lo compri, ma dei cinquanta gradi continui a lamentarti. Quindi ci ripensi e lo aggiungi al carrello di Amazon Prime, così ti arriva già domani, ed ecco che niente, vai in crisi e annulli l’ordine, perché senti che ne potresti fare a meno.
Andando oltre, ci accorgiamo che questo ventilatore è una metafora che ci aiuta a capire quanto sia importante (e difficile) dar retta e assecondare sia il proprio corpo che i propri pensieri.
Il vero asso nella manica di Marta Tenaglia è la sua sensibilità, valorizzata da un’acuta facilità di comunicazione: Chi può è un giro a zonzo con la testa libera, senza pensare ai problemi della vita (lo compro o no quel dannato ventilatore?) e senza badare a quello che dice la gente, “soprattutto se è etero, bianco, ricco e cisgender”. Una frase forte, ma che inserita nel giusto contesto fa la sua figura.
Riportando le sue parole: “diventare invisibili, non per annullarsi e sparire, ma per ritagliarsi uno spazio in cui fare i conti con sé, svincolat* dalle influenze esterne”.