Lo scorso venerdì è uscito Come, il secondo singolo del 2022 – dopo la pubblicazione della cover di Razzi Arpia Inferno e Fiamme – di CLAUDYM, cantante e illustratrice milanese, poliedrica e trasversale, capace di far coesistere mondi musicali apparentemente distanti tra loro mantenendo un’identità artistica con cui si sta facendo conoscere ed apprezzare, soprattutto nell’ultimo periodo. CLAUDYM è stata anche inserita nella lista dei 20 Newcomers della piattaforma Vevo.
Ci siamo fatti raccontare qualche dettaglio sul singolo appena uscito e altre curiosità che non sono ancora state svelate dall’artista.
Cosa rappresenta il “Come” che dà il titolo al tuo ultimo singolo, che al suo interno viene ripetuto costantemente ma sembra non trovare mai una successiva risposta o conclusione?
Confusione e smarrimento, il non riconoscersi più. Però il tutto inteso con leggerezza, quasi in modo ironico, come se stessi dicendo “ok, cosa sta succedendo?”
Temi ricorrenti nei tuoi brani più recenti, così come in quest’ultimo, sono l’insicurezza e l’inquietudine spesso dovute ad amori non corrisposti. Quanto è importante per te descrivere tutto questo?
Molto, ma più parlare delle mie inquietudini che di amore. In genere sorvolo un po’ su questo tema, perché mi mette un po’ in imbarazzo. Stranamente mi trovo più a mio agio a raccontare i miei disagi. Ma cerco di farlo con forza, raccontando l’accettazione di sé e la consapevolezza dei propri problemi e difetti, che trovo importantissima.
Credo nella potenza dell’imperfezione, perché è quello che ci rende umani, veri e di conseguenza forti.
Il tuo repertorio conta anche la cover dei Verdena: Razzi arpia inferno e fiamme. Ci sono altri artisti italiani di quegli anni, e non solo, a cui sei legata?
Molti! Mi vengono in mente i Subsonica, i Prozac+, i Luna Pop quando ero piccolissima… in generale poi sono sempre stata molto legata a Franco Battiato.
E’ un argomento davvero vasto e complicato, del quale hai parlato solo per vie traverse. Ma, quale potrebbe essere il primo consiglio per ridurre il gender gap almeno nella musica?
È un discorso molto complesso, andrebbero e vengono fatte molte cose che però purtroppo daranno esiti nel tempo. Va eliminata l’idea secondo la quale l’artista femminile è esclusivamente una performer, quando siamo anche cantautrici, producer, arrangiatrici, ecc. Si pensa sempre che dietro a un progetto femminile ci sia una testa maschile che indirizza, quando non è così. Io ringrazio tutti gli uomini con cui ho lavorato, che mi hanno ascoltata e rispettata, ma nel progetto Claudym ci sono sempre stata io al 100%. Parte da me, come è giusto che sia.
La tua identità musicale è venuta fuori con i brani che abbiamo già ascoltato oppure dobbiamo essere pronti a stupirci con il prossimo album?
Cerco sempre di stupire, buttandomi in qualche avventura nuova ma cercando di mantenere il mio sound. Lo trovo stimolante. Ho sempre bisogno di sperimentare mondi nuovi per cercare di non ripetermi, quindi sicuramente i prossimi brani saranno utili a far conoscere meglio chi sono.
Per concludere ti chiediamo di prepararci una playlist con i brani (di oggi e di ieri) per te più significativi e ti salutiamo con una provocazione: da artista cosa ne pensi del ruolo che hanno oggi le playlist? Quanto la tua carriera può essere vincolata dall’umore e dalle lune degli editori di Spotify?
Hanno un ruolo importantissimo ma non sono tutto, fortunatamente e purtroppo. Un brano può crescere anche prendendo strade differenti e soprattutto gli ascolti non sono indicativi del reale pubblico di un artista. Quello si crea nel tempo e in buona parte grazie ai live.