Dopo essere passati attraverso la canonica sequela di instagram stories, reciproci attacchi, accuse e chi più ne ha, l’ennesima pagliacciata social ha avuto un epilogo: la scomodissima intervista a Esse Magazine aka Dikele vs Fedez è uscita.
Wow…. Che dire….
Ora, per quanto riguarda lato gossip/wrestling non ho molta voglia di soffermarmici, non ho intenzione di argomentare come un eterno video di un’ora e 45, dove Dikele fa ogni domanda con l’intento di smontare e ridicolizzare Fedez che, a sua volta, ha le palle talmente frantumate che inizia a rispondere scazzato, a monosillabi, sia un pessimo esempio di giornalismo e/o informazione.
Ma c’è un’altra questione che emerge da tutto ciò, che dopo circa dieci anni forse è il caso di esorcizzare.
Come da titolo, il rap italiano ha un eterno conflitto irrisolto con il signor Federico Lucia.
Se avete visto la videointervista succitata, avrete notato che uno dei primi botta e risposta tra i due si può riassumere circa così:
- Tu ti identifichi come rapper?
- No, io mi ritengo pop
- Ma fai feat coi rapper
- Beh, si ma posso comunque fare pop…
- Ma hai producer rap
- Si ma che c’entr….
- E in questo pezzo hai rappato
- ….. eh
- Quindi sei rapper.
- No, guarda ti stai sbagliando
- Rapper.
- ….
Vedendo questo siparietto personalmente mi sono chiesto: perché hanno tutti questo interesse morboso di includere Fedez nel rap se lui stesso non ci vuole stare?
Antonio Dikele Distefano è solo l’ultimo in ordine cronologico a perpetrare questa tendenza, ma incanala un sentimento che si protrae da una vita e su cui altri rapper marciano. Fedez è il male del rap e bisogna attaccarlo.
E quindi assistiamo ancora a scene come Marracash o Guè che puntualmente lo nominano nella maggior parte delle interviste oppure Salmo quest’estate che attaccato per la sua iniziativa del live abusivo ha la geniale idea di distogliere l’attenzione dicendo “Oh però c’è Fedez che non fa nulla, lui mi sta sul cazzo”
Ma è ancora necessario tutto ciò? Che senso ha continuare a prendersela con uno che palesemente non vuole essere associato a un certo tipo di musica? Tutto questo non è altro che un revival di quel sentimento molto in voga negli anni ’90 del “prendersela contro il sucker” un atteggiamento col senno di poi abbastanza deprimente che è pure triste vedere ripetuto da rapper che sono stati anch’essi tacciati con il termine suckers da chi c’era prima.
Fedez è stato sì uno dei primi pop-rapper, ha sdoganato al tempo il genere in una delle sue peggiori manifestazioni senza dubbio e ha ottenuto un successo inimmaginabile, ma è da almeno il disco assieme a J Ax (uno che invece è stranamente ben voluto dalla scena, nonostante il successo e continui cambi di bandiera) che ha preso le distanze da tutto questo; Fedez è oramai un artista pop fatto e finito e che non fa nemmeno più numeri tali da giustificare ancora il rancore da parte della scena rap, anzi probabilmente vende meno di certi rapper soprattutto dei più giovani. Non voglio assolutamente dipingere Fedez come un martire, ci mancherebbe, ma mi pare più dignitoso smettere di trattarlo come il tipo che al liceo ti ha scopato la ragazza.
E se proprio è necessario continuare con questo atteggiamento, almeno scegliere dei bersagli più adeguati, no? Perché ecco, come dire, dipingere Fedez come la rovina di un genere e allo stesso tempo fare i complimenti a Sfera Ebbasta (nome random), è un tantino incoerente.
Forse è meglio cercare i problemi in casa propria prima di cercarli altrove.
Spero che questa cosa gli passi.