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Famoso…. e quindi?

famoso

Ed eccoci qua, l’articolo su Famoso di Sfera Ebbasta, il disco più atteso dell’anno, quello che avrebbe sfondato all’estero e avrebbe consacrato il giovane rapper di Cinisello nell’olimpo della musica e tutti gli altri discorsi patinati che hanno accompagnato l’uscita e la promo di questo lavoro.
Mi pare necessario partire con una premessa doverosa: i billboard a Time Square e i documentari su Amazon Prime (dove per la cronaca si ripete in loop “Il ragazzo vuole diventare famoso e ci riesce” senza portare alcuna motivazione o spiegazione interessante) non hanno nulla a che vedere con la qualità effettiva di un album. Lo sapete, no?

Detto questo, che senso ha mettersi a fare considerazioni su questo disco a quasi un mese dall’uscita ormai? Semplice, per capire cosa ci ha lasciato effettivamente, perché così magari si capisce veramente il valore di un album. Certo, nel mondo moderno dove escono 35 dischi ogni Venerdì, li ascolti tutti a mezzanotte, all’inizio dici “che merda” due minuti dopo cambi idea, il mattino dopo ci ripensi ancora e dopo non te ne frega più un cazzo. Questo ragionamento sembra assurdo. Però io sono ancora abbastanza idealista da sperare in un cambiamento. E credo sia col tempo che capisci se un disco rimane e ha lasciato qualcosa: sta tutto lì il valore.

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Però immagino che queste sono seghe mentali mie e a voi interessa solo sapere una cosa: questo disco suona bene? Certo, che suona bene, grazie al cazzo direi! È letteralmente un disco dal tiro mega pop, fatto per piacere a più persone possibili, è ovvio che debba suonare bene, è il suo scopo, dentro ci sono tutti i trend musicali possibili per abbracciare la qualunque. Ci mancherebbe suonasse di merda, sarebbe da idioti! Basta questo a renderlo un bel disco di qualità? Ecco, qui invece c’è già più da discutere….

Facciamo un passo indietro. Quando Sfera Ebbasta uscì prima con XDVR e poi con l’album omonimo, non fece successo perchè aveva la produzione internazionale e i featuring di Future e Steve Aoki. Anzi era grezzo, a tratti ancora acerbo in alcuni punti, ma aveva l’elemento che da anni rende accattivante qualunque artista rap/trap: la fame, intesa come voglia di farcela, di rivalsa, di prendersi tutto.

E invece no, Sfera Ebbasta in Famoso si adagia sugli allori e, sopra sound che vanno dall’EDM (Salam Aleikum) alla roba wannabe Tommaso Paradiso (Giovani Re) passando chiaramente per la trap e l’urban latino/reggaeton (Baby con J Balvin, la collabo estera più sensata e riuscita del disco), ripete come un disco rotto quanto sia bello essere famoso e ricco. Il tutto detto nel modo più basilare possibile, in un mondo, ricordiamo, dilaniato da covid e proteste dove artisti stanno iniziando a prendere posizioni forti al riguardo. Certo, da Sfera Ebbasta non mi aspetto il trattato socio-politico e probabilmente sarebbe una martellata sui coglioni se lo facesse, ma tra questo e il sembrare un automa distaccato dalla realtà ci sono diverse sfumature.

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Ecco, ora, se mi promuovi un disco fondato sullo sfondare all’estero e in particolare in America (le due ore di documentario su Amazon martellano su questo concetto), un Paese dove il mercato pop (perché di questo si parla, nell’accezione più neutra del termine) è composto da gente come Post Malone, The Weeknd, Billie Eilish e chi più ne ha più ne metta, mi aspetto di trovare in tale disco il triplo della fame degli inizi, qualcosa che osi di più dei soliti cliché del mercato italiano, qualcosa che ti elevi dalla concorrenza. Un disco che trasudi personalità, cosa che fino a Rockstar compreso, (nonostante non sia tra le prove migliori del nostro Gionata Boschetti) era molto presente.

Insomma, tutte queste belle parole sul voler sfondare e arrivare ovunque e alla fine questo? Il disco dove ti senti già arrivato, tutto qui? Sul serio? Ma vabbè, ha fatto il platino in una settimana e tutti i brani sono sulla top singoli della FIMI (in Italia…). Insomma Sfera Ebbasta è famoso.

….. e quindi?

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