Venerdì 4 dicembre esce AHIA!, il nuovo EP dei Pinguini Tattici Nucleari. Noi di Save The Tape siamo un po’ curiosi, quindi abbiamo dato in anteprima una sbirciata tra le tracce in uscita
Ormai i Pinguini Tattici Nucleari, dopo l’esperienza sanremese, non hanno più bisogno di presentazioni. E, checché se ne dica, per i fan delle prime ore non può che essere confortante: l’apertura al grande pubblico di un gruppo a cui, di fatto, vuoi bene musicalmente ma anche umanamente è anche un po’ la giusta ricompensa per gli ascoltatori che ci hanno visto giusto fin dalle prime uscite.
Certo, non si può pretendere che tutto suoni come prima. Ma perché dovremmo anche solo volerlo? Gli artisti, le sonorità e le narrative vanno in contro alla crescita come tutte le altre creature vive, e per fortuna.
La consapevolezza sonora e narrativa dei Pinguini in AHIA! si evolve un gradino più in alto rispetto agli ultimi lavori, continuando il loro crescendo artistico che era iniziato dagli anni di Test d’ingresso a medicina. I pezzi sono sempre più pop art, come dice il frontman Riccardo, ma non si allontanano dalle loro origini folk. Il bello dei loro lavori è sempre questo: non sai mai cosa aspettarti. Tipo quando scarti il regalo dei tuoi genitori il 25 dicembre e anche tuo padre è sorpreso di quello che ci trovi dentro, perché ovviamente lui non aveva nemmeno firmato il biglietto. Chi segue da tanto i Pinguini li apprezza anche perché ci fanno sentire padri stupiti a Natale. Ma anche orgogliosi, perché alla fine cambiano tanto ma ci piacciono sempre.
E ci piacciono non tanto perché ci attacchiamo alla loro musica per abitudine. Con loro questa sensazione non esiste: ci sono sonorità nuove che si innestano a un’impronta poetica – quella di Riccardo – che non stanca, e non mancano gli ammiccamenti alle correnti nuove. In AHIA! c’è la trap? No, niente Elio che trappa, purtroppo. Eppure in alcuni suoni e cadenze si sente che c’è qualcosa, che il loro orecchio ha ascoltato tante correnti diverse e le hanno messe insieme, forse un po’ di nascosto ma comunque in modo lineare.
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Il 2020 è stato sicuramente un anno strano (leggasi: di merda) per la musica. È innegabile, ed è stato così per tutti. Ma ai Pinguini, probabilmente, ha fatto particolarmente male: a Febbraio il grande salto con Sanremo e, poco prima della loro consacrazione ufficiale nei palazzetti, la chiusura e la vita in sospeso della pandemia. Devono ancora dimostrare chi sono al grande pubblico, e AHIA! ne è probabilmente solo un assaggio.
AHIA!, il brano che dà il nome all’EP, ne è un po’ l’emblema. Con le sue tinte nostalgiche di ginocchia sbucciate, di McFlurry alle tre del mattino e di baci sbagliati dati al bullo della scuola (che ahimè, aveva sempre un gran fascino) ci trasporta in un limbo diviso tra la magia del passato e il magone di riguardarsi indietro e vedere cose che potevano essere e persone che nel nostro presente non sono più. È la canzone per quelli che si sentono sempre indietro rispetto alla vita che, invece, procede dritta (anche se con le cicatrici sulle ginocchia). Per quelli che sentono un attaccamento un po’ malsano a quelle situazioni che nel passato, forse, non erano nemmeno così belle come si crede ora. E nessuno ci pensa più. Ma loro sì.
Forse un po’ ti farà pena
AHIA!, Pinguini Tattici Nucleari
questa mia povera testa
che sa ancora tutto di te
perché per quanto mi sforzi
sei tutto ciò che mi resta
Ma, come spesso capita con i lavori dei Pinguini Tattici Nucleari, non c’è una canzone dell’EP uguale all’altra. Ahia! è la mia preferita perché la sua componente malinconica è la più vicina alla mia predisposizione d’animo da oddio-mi-manca-pure-l’amichetto-che-odiavo-all’asilo. Ma la loro poliedricità si avvicina a tantissimi sentire e a molte esperienze diverse.
AHIA! esce venerdì 4 dicembre. Noi lo abbiamo ascoltato in anteprima e vi abbiamo spoilerato quello che potevamo. Adesso tocca a voi aspettare e scoprire qual è la traccia che vi rappresenta di più.
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