Blue Virus è un rapper di Torino ormai attivo da diversi anni nella scena, tanto da avere già un bagaglio composto da svariati album e soprattutto mixtape. Ed è appunto con un mixtape con cui si ripresenta: Radio Modem: Un Mixtape Di Blue Virus, uscito il giorno 18 Ottobre. Ci siamo quindi sentiti via telefono per parlare di questo lavoro, di cosa rappresentano i mixtape nel 2020, di Fabri Fibra e molto altro.
Parliamo un po’ del tuo ultimo progetto Radio Modem: Un Mixtape di Blue Virus. Come hai concepito questo lavoro? Ha influito questo periodo di lockdown?
Ho iniziato a lavorare a questo progetto pochi mesi dopo l’uscita del disco dell’anno scorso, Moebius, perché sentivo l’esigenza di buttarmi su un progetto parallelo, in questo caso un mixtape. Io ho sempre alternato dischi a mixtape e anche in questo caso in maniera del tutto naturale ho raccolto una serie di strumentali e mi sono chiuso in studio con un po’ di amici, in modo spontaneo senza pianificazione. Sicuramente il lockdown ha influito perchè dovendo stare a casa mi sono ritrovato con più tempo per scrivere i testi, una volta finito il tutto ho potuto beccarmi con i produttori con cui mi ero sentito in chat i mesi passati e successivamente andare in studio. Tutto in maniera tranquilla ripeto, seppur con qualche sbattimento nella fase finale. Il concetto di Radio Modem fa riferimento alle mie due “anime musicali”: una più scherzosa come quella del primo singolo Scemo e una più intima e personale come quella di Queste Cartoline. Per dare giustizia all’esistenza di questi due miei lati ho pensato appunto al concept della radio. Immagina che stai ascoltando una radio in macchina e non sentirai mai lo stesso artista e lo stesso pezzo di seguito, quindi io qui ti propongo la mia radio con tutte le cose e i pezzi che faccio alla mia maniera, ognuno che trasmette un’emozione diversa. L’ho chiamata “modem” perchè ormai la musica si ascolta perlopiù solo su internet.
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Parliamo appunto di mixtape, definizione che ultimamente sta tornando in voga. Per te che ne hai fatti molti, cosa rappresenta per te il concetto di mixtape ora come ora?
Per me il disco è sempre stato qualcosa di più studiato e più di impatto, con un concept ben preciso e ogni traccia studiata e collegata a un’altra. Dall’altra parte il mixtape invece per me ha sempre rappresentato una “boccata d’aria”, una roba più tranquilla e meno studiata. Per dire Sandro Terapia, il primo mixtape che ho fatto ufficialmente (i precedenti Voci Street Album li considero ancora degli esperimenti), l’ho realizzato in soli 2 mesi! E ha tutte le basi prodotte, ero indemoniato (ride, ndr). Lo registrai, mixai e lo buttai fuori in freedownload che ai tempi Spotify c’era ma non si utilizzava ancora tanto. Il successivo Hiatus Mixtape lo concepii praticamente alla stessa maniera, e questo terzo vuole un po’ coronare tutto questo, un po’ un ritorno al passato. Ho inserito collaborazioni con artisti con cui non lavoravo da tempo. Ho quindi fatto una roba nuova ma con un piccolo tocco nostalgico, con la lacrimuccia diciamo. A conti fatti però ormai per come è lavorato è come se fosse un disco vero e proprio. Una volta i mixtape si facevano scaricando le basi da YouTube e ora chiaramente i tempi sono cambiati e non si può più fare così, ma ora io non so chi nel 2016 facesse mixtape da 20 tracce tutte con produzioni inedite, io l’ho sempre fatto. Mi diverte molto di più lavorare con basi nuove, mi piaceva ai tempi figurati ora. Il giochino di rappare sulla strumentale di Candy Shop o In Da Club l’abbiamo fatto tutti, ora però si può far capire che si può proporre rap leggero e disimpegnato, ma lavorato comunque con qualità.
Parlando di “effetto nostalgia”, ci sono molte collaborazioni che non vedevamo dai tuoi primi lavori (Solo Ap, Paskaman, Mostro).
Tutte nate in maniera molto naturale. Avevo qualche pezzo lasciato a metà e ho pensato di chiamare qualche amico, anche chi non sentivo o con cui non lavoravo da tempo. Mi son giusto tolto qualche sassolino dalla scarpa tipo chiamare BLNKAY con cui non collaboravo da tempo, ma non è che mi son messo a tavolino a pensare “Ok chi ci starebbe bene qui?”. Qualche featuring purtroppo non son riuscito a includerlo alla fine per varie vicissitudini anche dovute alla quarantena, ma comunque ci sono ben 11 featuring. Mi sono rifatto dal precedente Moebius dove avevo zero featuring.
Sempre per effetto nostalgia, mi ha colpito molto la massiccia presenza di Skit e interludi in questo lavoro. Alcune in particolari mi sembrano un chiaro omaggio a quelle utilizzate nei primi dischi di Fabri Fibra (la skit di Herpes ricorda molto quella di Che Culo Che Figa di Fibra). Quanto è importante la sua influenza?
Beh quello skit è storico, fa morire dal ridere. Fibra mi ha praticamente insegnato a dire le parolacce nei testi (ride, ndr). Me lo fece scoprire un mio amico che accompagnai a comprare Mr. Simpatia che era uscito da poco. Rimasi flashato sentendo quel disco. Io ai tempi mi ero già affacciato alla scrittura, ma sempre con i limiti in testa nel non sapere quanto potersi spingere. Io ai tempi mi ascoltavo Eminem, ma non immaginavo che anche in Italia si potessero dire cose così grevi. A conti fatti Mr Simpatia è un disco di Eminem tradotto, come ha confessato lui stesso più volte. Io non ho più trovato un disco che mi colpisse come quello, a livello di testi. Lui per è nell’Olimpo, un mito, il numero uno. Mi ha quindi sicuramente influenzato, tuttavia sono stato in grado di costruirmi uno stile mio personale, che lo tributasse senza copiarlo o plagiarlo. Io sono come una spugna, traggo ispirazione da qualunque cosa e se mi fisso con un certo mood e suono cerco direttamente di fare quella cosa sempre alla mia maniera. Fibra mi ha insegnato a scrivere testi mega diretti senza preoccuparsi di quello che possa pensare la gente dall’esterno
Tu sei di Torino e collabori spesso con artisti del giro torinese. Come la vedi la scena a Torino? Senti un gap rispetto a Milano dove al giorno d’oggi tendono a spostarsi tutti gli artisti, sopratutto nel rap?
E’ una cosa a cui non ho mai pensato troppo. Io ho iniziato a fare musica connettendomi con rapper da fuori, da Roma o del sud (ad esempio Madman, ndr), tanto che non molti non sapevano manco fossi di Torino, un po’ perché mi facevo molto i cazzi miei, poi coi primi live e le prime serate è venuto fuori ufficialmente da dove provenissi per forza di cose. Non mi sono mai catalogato come “artista di Torino”. Per carità son fiero di essere di Torino, amo la mia città e con gli artisti più grossi di Torino ci ho collaborato o comunque li conosco tutti, però poi seguo il mio percorso. Non sento la necessità di andare a Milano a far musica, sto benissimo qui.
Per concludere: pezzo del mixtape a cui sei più affezionato e aspettative dopo la sua uscita?
CLD (Come Loro Due), la traccia iniziale. Sarebbe la seconda parte di un brano contenuto nel precedente mixtape (Come Loro) , che attualmente è il pezzo preferito mio che secondo me non aveva avuto la giusta rilevanza. Ho voluto iniziare il mixtape con questa traccia in modo un po’ spiazzante e mettendola come intro ti obbligo a sentirla praticamente. Quanto alle aspettative, io penso sempre che andrà tutto male e quindi ogni volta che qualcosa va un po’ meglio delle basse aspettative sono già contento, tuttavia vedo che sta già piacendo e ogni volta che apro i social trovo gente che mi scrive gran complimenti. Vorrei portarlo live ma purtroppo live non se ne fanno, quindi cercherò di spingerlo il più possibile…. da camera mia.