Hola La Poyana non è un progetto nuovo ai nostro canali (ve ne abbiamo parlato qui), ma così non l’avete mai visto. Qualche giorno fa è uscito per Hopetone Records / Le Officine il tanto atteso EP A long cold summer.
Se ascoltarlo non vi basta, abbiamo chiesto a Hola La Poyana un 7bello degli artisti che hanno contribuito in qualche modo alla sua musica.
1. Aphex twin
Premettendo che la sua musica mi è sempre piaciuta e lo ritengo una specie di genio, un giorno mi capita sott’occhio un video di un suo pezzo, credo neanche ufficiale. Il video è la semplice ripresa di una scimmia in una spa naturale che si amalgama perfettamente con la musica (bellissima), a quel punto cerco di colmare le mie lacune e scoprire il lato più ambient di Aphex Twin, che mi mancava. Adesso come adesso posso dire che Selected ambient works volume II sia uno dei dischi che ho ascoltato maggiormente negli ultimi due anni e che, in qualche oscuro modo, ha sicuramente influenzato la mia musica recente.
2. Aesop Rock
Sempre via Youtube (sono un tossicodipendente di questo mezzo), credo grazie a un suggerimento di un amico, vedo un video di un rapper che non conoscevo, tale Aesop Rock. Il pezzo si chiama Hot dogs, ed è subito amore. Il video bellissimo, la sua voce baritono e il magnifico loop di organo e batteria acustica mi conquista e costringe ad approfondire la conoscenza di questo artista bianco, piuttosto maturo (classe ‘77) e che scrive testi davvero belli. I suoi numerosi video in stop-motion hanno sicuramente pesato sulla decisione di usare la stessa tecnica per il video del mio singolo.
3. Grizzly bears
Band che conoscevo già ma in maniera del tutto superficiale, poi esce Painted ruins nel 2017 e tutto cambia. Rimane il disco che più ho ascoltato negli ultimi anni, con quella specie di prog pop che suonano con una classe immensa, la varietà delle composizioni, la cura dei suoni e la consapevolezza tecnica. Ai Grizzly Bears non manca praticamente nulla. Non credo che la loro musica, obbiettivamente troppo alta, mi abbia influenzato in maniera diretta, ma sicuramente lo ha fatto il loro approccio verso la composizione, questa sorta di abbandono di ogni tipo di banalità o cliché a vantaggio della sorpresa, della via più complessa e meno prevedibile.
4. Tom Waits
Ho trovato due dischi, si chiamano The early years Vol. 1 e 2 e raccolgono i primi pezzi di Waits, quelli composti prima del suo disco di debutto. Sono pezzi essenziali, semplici, alcuni bellissimi, altri acerbi, ma Il talento si sente già tutto. Ho passato molte ore a suonicchiarli a casa e a cercare di capire perché delle composizioni così basiche possano suonare così bene, ma purtroppo la risposta è sempre la stessa: L’unico modo per eseguire a dovere Waits è di mettersi seduto con le mani in tasca e far suonare lui.
5. Sigle cartoni animati anni 70
Sono cresciuto con le avventure dei robot giapponesi, ne ero ossessionato e sin da piccolissimo cantavo le loro sigle scimmiottandone i testi, urlavo “akakai uotoschiiii urabooo!” e altre parole incomprensibili.
L’amore per quelle composizioni orchestrali nipponiche non è mai andato via, e durante la fase di arrangiamento la mia testa andava sempre verso quei suoni un po’ epici e un po’ kitsch, cercando di riprodurli.
Ovviamente non ci sono riuscito, ma l’influenza c’è sicuramente stata e io, segretamente, vorrei essere Jeeg Robot d’acciaio.
6. Meshuggah
Pur essendo lontani diverse centinaia di anni luce dalla mia musica, i Meshuggah per me rappresentano un’influenza continua, non fosse altro per la loro attitudine, ma non solo.
La poliritmia e i tempi dispari mi affascinano ormai da anni, ho sempre seguito la musica che porta avanti questi discorsi e i Meshuggah sono tra i rappresentanti occidentali più autorevoli a riguardo.
Se dovessi definire la musica di questa band all’apparenza cattivissima, userei l’aggettivo “curiosa”, perché solo dei musicisti curiosi possono arrivare a costruire un qualcosa di così originale.
7. Miles Davis
Ovviamente non è un’influenza diretta, o perlomeno non strettamente “compositiva”, anche perché non sarei in grado di farmi influenzare tecnicamente dal caro e dolce Miles. Ma il nostro aveva davvero tanti aspetti da cui poter trarre spunto, dall’uso della musica modale, che ho potuto studiare in maniera pratica e semplice grazie a lui, alla incredibile capacità di scegliere i migliori collaboratori possibili per un determinato progetto, tanto che a volte mi chiedo se fosse più bravo come musicista o come talent scout.
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