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Andrea Fornari, «Muraglia Cinese parla di un ostacolo insormontabile»

Il 18 settembre è uscito Muraglia Cinese, il nuovo singolo di Andrea Fornari, cantautore e polistrumentista torinese che vede concretizzarsi il cambiamento che ci aveva preannunciato con l’EP Tempo: se le tre canzoni dell’EP hanno aperto un ciclo, una “danza leggera” come raccontava Fornari stesso, ecco che un nuovo modo di scrivere trova la propria conferma in Muraglia Cinese, brano in cui il mood cantautoriale creato dall’autore non rinuncia ad un ritmo incalzante e ad una produzione fresca.
Le difficoltà che si vivono nelle relazioni, i tentativi di accorciare le distanze sono le tematiche affrontate all’interno del nuovo singolo del cantautore torinese che si è raccontato alla nostra redazione

Rispetto a Era, il tuo disco del 2018, c’è un cambiamento molto evidente: il passaggio dall’inglese all’italiano. Come mai questa scelta? Da cosa è dettato questo cambio di direzione?
Quando ho iniziato a scrivere canzoni vivevo in Lussemburgo, dove ho abitato per quasi quattro anni, iniziare a scrivere in inglese è stata quindi una scelta quasi “obbligata”, vivevo in un contesto internazionale.
Quando sono rientrato in Italia ho deciso di mettermi in gioco e cominciare a scrivere nella nostra lingua, è stato un cambiamento molto difficile da affrontare per me.

Quanto cambia la scrittura tra italiano l’inglese? Immagina di parlare con un giovane artista che è indeciso su quale lingua utilizzare…
Credo ci siano alcune differenze tecniche ben precise: non ci avevo fatto caso prima ma in inglese un sacco di parole terminano con consonanti, cosa che in italiano accade molto di rado, sembra una stupidata ma cantando si affrontano quindi suoni e situazioni totalmente diverse. Un’altra grande differenza è la moltitudine di vocaboli e sfumature che la nostra lingua si porta dietro, un serbatoio incredibile dal quale attingere. Se qualcuno fosse indeciso su quale strada percorrere consiglierei il percorso comunicativo più esplicito e diretto (se ti trovi in Italia, sicuramente l’italiano).

Muraglia Cinese è il titolo del tuo ultimo singolo, uscito per Ghost Records. Come mai la scelta di questa immagine? Cosa rappresenta per te una muraglia così imponente?
L’immagine descrive bene un ostacolo insormontabile, un qualcosa di molto difficile da superare.

Il brano è una canzone fortemente pop con una produzione raffinata e un ritornello che rimane in testa per giorni. Quali sono le tue fonti d’ispirazione? Quali sono gli artisti da cui trai maggiormente spunto?Sono tanti gli artisti che mi ispirano, cerco di ascoltare generi molto diversi tra loro… Dagli anni ’60 ad oggi.

Lo scorso febbraio hai pubblicato Tempo, una raccolta di tre brani che tu stesso hai detto anticipare un grosso cambiamento. Oltre al successivo passaggio dall’inglese all’italiano, cos’altro è cambiato da allora?
Pubblicando Tempo ho deciso di mettere in pausa il progetto in inglese, sentivo la necessità si scrivere in italiano ma il passaggio non è stato così facile e immediato.
Ho dovuto cambiare anche il metodo di lavorare sui brani, di scriverli.
A parte ciò, direi proprio che questo 2020 ha portato parecchi cambiamenti nella vita di tutti noi.

Non capita spesso di incontrare persone che hanno vissuto in Lussemburgo: come, quel luogo, ha influenzato il tuo modo di vivere la musica?
Si, hai ragione! In Lussemburgo ho scritto e registrato il mio primo EP, in casa. Con questo primo EP è iniziata anche la collaborazione con Ghost Records. Sono affezionato al Lussemburgo, è un paese che mi ha permesso di approcciarmi alla musica in un contesto internazionale e cosmopolita.
Le dimensioni contenute del paese inoltre agevolano sicuramente le interazioni tra musicisti e radio, i rapporti con le strutture di supporto alla produzione musicale ecc..

In molti dei tuoi brani, l’impressione è che persista un’opaca malinconia. È un’osservazione in cui ti ritrovi?
Si, la malinconia non è poi così male; non è per forza un qualcosa di negativo, è uno stato d’animo che secondo me sta nel mezzo,
è un mix di gioia e tristezza.

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