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Andrea Laszlo De Simone a portata di bambino

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Andrea Laszlo de Simone non è più uno sconosciuto e, forse, per i più attenti non lo è mai stato. Dopo Uomo Donna (2017) e Immensità (2019) – con i quali ha conquistato una gran fetta di pubblico – il suo stile è divenuto un marchio di fabbrica facilmente riconoscibile ed altrettanto apprezzato. Con la sua ultima opera, nel corso del 2020, è sbarcato in Francia, in Canada, negli Usa e nel Regno Unito, ricevendo incoraggianti recensioni da parte della critica internazionale.

Partiamo da dove ci eravamo lasciati. Da un tour importante appena concluso e la lenta ripresa post-covid che tutta la musica sta vivendo. Da qualche tempo si aveva l’impressione che qualcosa stesse bollendo in pentola, questo va detto, ma il risultato, è una vera sorpresa. Dal giorno in cui sei nato tu di Laszlo non è uno di quei singoli di lancio, pubblicati per annunciare un nuovo disco, ma al contrario è uno squarcio improvviso nella tela della sua carriera. Uscito il 25 settembre su tutte le piattaforme digitali, il brano racchiude un mondo intimo e universale allo stesso tempo, motivo per cui figura come opera a se stante.

La sfera privata dell’autore – e produttore – è focalizzata su un tema assai delicato come quello dei propri figli. A loro si rivolge, senza possibilità di fraintendimenti, cercando di insegnare i propri valori fondamentali, giudicandoli i più arricchenti possibile. Ha scelto di esprimersi in un linguaggio semplice, sia testuale, sia musicale, per comunicare il significato delle stesse parole che più volte ripete nel testo: la fantasia, la musica e l’ironia. Proprio su questa triade cerca di suggerire una visione positiva della realtà, la stessa che, ci lascia intendere, è stata tramandata a lui dai propri genitori.

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Partendo da questo ambito così familiare e intimo, l’autore ci trasporta, tuttavia, su note popolari, trovando una via sicura nella nostra memoria, sino a raggiungere quei ricordi dell’adolescenza che custodiamo con tenera gelosia. Sfrutta al massimo le potenzialità di una ricerca interessata, sopratutto, ad un linguaggio definibile come: a portata di fanciullo.

Laszlo modula un poco il proprio gusto malinconico e ruvido – un po’ alla Battisti per intenderci – inseguendo una dolcezza che fa da sfondo e da struttura al brano. Riesce anche a dimostrare continuità e coerenza con il proprio sound precedente, imbevuto in un’atmosfera surreale e decisamente vintage a cavallo tra ’70 e ’80. Dal giorno in cui sei nato tu rispetto a quanto sentito sino ad ora, riesce senza fatica a tenersi alla larga dallo scontato e dal banale – dominante un po’ ovunque in campi ben noti della musica nostrana – riuscendo a farci percepire uno scarto anche all’interno della sua stessa parabola creativa. In conclusione è un brano d’amore che si racconta e commenta da sé e che ci fa ben sperare per il prossimo futuro, in attesa di un disco che lo consacri definitivamente nella sfera delle ballate pop dallo spleen struggente.

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