indie americano contemporaneo

7 brani dell’indie americano contemporaneo che dovresti ascoltare

7 brani, 7 artisti diversi che negli ultimi mesi mi hanno convinto, conquistato o che semplicemente sono tornati per farmi compagnia durante le interminabili giornate trascorse in casa nei mesi passati. Un piccolo assaggio del meglio dell’indie americano contemporaneo.

Gli ultimi anni della mia vita di ascoltatore sono stati piuttosto movimentati: un incessante subbuglio di nuove scoperte, un rincorrersi di nuovi nomi nella cronologia di Spotify e di cambiamenti nelle preferenze per quanto riguarda i generi in grado di occupare il mio tempo di instancabile appassionato di musica.

Proprio a favore di Spotify mi permetto di spezzare una lancia, forse unica nota positiva che posso rilevare nei confronti della piattaforma di streaming scandinava a fronte di royalties pagate agli artisti quanto meno discutibili: un sistema di suggerimenti efficace e davvero in grado di soddisfare le mie aspettative, mettendo a portata delle mie orecchie brani a tratti folgoranti e artisti radicalmente diversi tra loro.

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Lascio dunque da parte ogni polemica sul business model di Spotify per concentrarmi sulle ottime proposte che negli ultimi tempi mi hanno tenuto compagnia, soprattutto durante i mesi di una clausura forzata che ha messo a dura prova la resistenza psicofisica di tanti amanti dei live a cui, compreso il sottoscritto, è stata tolta una delle (poche) occasioni di svago. La consapevolezza di poter contare unicamente sulla musica in streaming mi ha spinto sulla via di una (ri)scoperta di artisti vecchi e nuovi, per lo più piccoli nomi di nicchie altrettanto ristrette, in cui spiccano realtà dell’indie americano contemporaneo, qui in ordine assolutamente casuale.

Downsing – Gengar! Gengar! Gengar!

Direttamente dal “lontano” 2012 (che forse tanto vicino non è, a ben pensarci) arriva questo brano della band emo/ indie rock Downsing: originari di Chicago, pubblicano otto anni fa il proprio full length di esordio It’s still pretty terrible e più di recente finiscono nuovamente tra i miei ascolti con questo brano.

Veloce e d’effetto come si richiede ad ogni pezzo dall’anima punk, il pezzo si pianta dritto in testa e colpisce al cuore con quel tocco che solo il midwest emo possiede. Consigliatissimo se cercate una sana iniezione di energia mista ad emozionalità.

Free Cake For Every Creature – For You

Dalle profondità della scena indie lo-fi di Philadelphia, Pennsylvania, arrivano i Free Cake For Every Creature, che all’incirca tre anni fa conquistano la mia attenzione grazie a For You: poco meno di due minuti e mezzo di canzone contenuti nel’album Talking Quietly of Anything With You e perfettamente in grado di incarnare il mood minimale del disco, tra alternative pop e sonorità anni 90, con quelle chitarre scarne quanto espressive e quell’ “uh uh” del ritornello che subito si lascia canticchiare con un sorriso stampato in volto.

Mathew Lee Cothran – Little More Time

Un nome già forse noto ai frequentatori dell’underground a stelle strisce è quello di Mathew Lee Cothran, frontman della band pop lo-fi sperimentale della South Carolina Elvis Depressedly, che nel 2017-2018 si presenta sulle scene con due lavori solisti di notevole qualità. Little More Time è uno dei pezzi più toccanti della sua fatica più recente, tra voci effettate e atmosfere intimiste dove Cothran si abbandona ad una riflessione sullo scorrere ineluttabile del tempo e l’uso che ciascuno di noi sceglie di farne. Consigliatissimo a chiunque desideri abbandonarsi ad un pianto catartico, di cui ogni tanto tutti sentiamo il bisogno.

Great Grandpa – Dark Green Water

Tra le realtà maggiormente interessanti emerse dal calderone ribollente dell’alternative americano degli ultimi anni, un nome da non dimenticare quello dei Great Grandpa: originari di Seattle, danno alle stampe nel 2019 la loro ultima release ufficiale, Four of Arrows: un ottimo concentrato di new folk e indie pop dove energia e malinconia si sommano come nel brano Dark Green Water, biglietto da visita ideale per fare la conoscenza della bellissima voce della frontwoman Alex Menne e al centro di ripetute sessioni d’ascolto durante i tempi infiniti della mia quarantena.

Sorority Noise – Corrigan

Un altro salto indietro nel tempo nell’indie americano contemporaneo, questa volta al 2015 con gli ormai sciolti Sorority Noise: tra i nomi più promettenti del nuovo emo americano, la band si è sempre distinta per l’ottima qualità dei propri lavori, conquistandomi con questo brano del loro secondo album Joy, Departed. Un pezzo in grado di riunire magistralmente emozionalità ad un tiro punk rock, confermandosi come una delle gemme nascoste del genere degli ultimi anni.

Tiny Moving Parts – Soft Spot

Direttamente dall’ultima fatica discografica de trio del Minnesota, uscito lo scorso anno per Hopeless Records. I Tiny Moving Parts sono da sempre uno dei nomi più forti della nuova scena emo/ math rock americana: pur avendo ammorbidito il tiro con numerose influenze vicine al pop punk degli anni 2000, si riconfermano anche a questo giro come una band eclettica, capace di scrivere brani coinvolgenti e melodie inconfondibili. Ritornello e chitarre di questo pezzo mi hanno accompagnato per mesi, e non potevano che trovare un posto speciale in questo elenco.

Foliage – Value

Un nuovo disco in uscita questo ottobre e una serie di album alquanto interessanti all’attivo: questi solo alcuni degli indizi che compongono l’identikit artistico del californiano Manuel Joseph Walker, in arte Foliage. Dopo gli esordi nel 2014 con una serie di pezzi registrati tra le quattro mura della sua cameretta, il giovanissimo originario di San Bernardino pubblica nel 2018 III, terza fatica interamente autoprodotta. Value è uno dei pezzi indie pop che più mi è piaciuto lo scorso anno, e periodicamente torna a far capolino durante le mie sessioni d’ascolto in cui sono alla ricerca di un synth romantici e melancolici.

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2 risposte a “7 brani dell’indie americano contemporaneo che dovresti ascoltare”

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