Home > INTERVISTE > SETHU: «LA LIQUIDITÀ MUSICALE È UNA FIGATA»

SETHU: «LA LIQUIDITÀ MUSICALE È UNA FIGATA»

sethu

Negli ultimi anni, con l’ascesa del rap e di tutto il filone che ormai chiamiamo urban, si sono iniziate a delineare diverse correnti alternative: emo trap, rap sulla dance e addirittura trap metal. Sethu è un giovane rapper emergente di Savona, con una personalità che spazia tra influenze e stili che, ad un primo ascolto, possono sembrare diametralmente opposti. Recentemente è uscito il suo singolo Blacklist (Virgin Records), un pezzo parecchio d’impatto e urlato con diverse reminiscenze metal. Noi di Save The Tape abbiamo deciso di intervistarlo.

Ciao Sethu! Iniziamo con le presentazioni: chi è Sethu e come nasce artisticamente?

Bella per voi! Allora, diciamo che ho iniziato circa dieci anni fa ad avvicinarmi alla musica suonando la chitarra e muovendomi in alcune band della scena savonese. Mi piacevano soprattutto punk e metal. Poi, verso i 16, ho scoperto il rap e successivamente mi sono avvicinato al canto più melodico, e quindi a generi come l’indie e r’n’b. Ora sono a un punto dove vorrei cercare di fare un po’ quello che mi pare senza troppe preoccupazioni. Artisticamente parlando mi piacerebbe che contesti musicali apparentemente distanti fra di loro comunicassero senza troppi limiti. Anche creando confusione [ride, ndr]. C’è molta strada da fare per arrivare dove voglio ma sono fiducioso.

Blacklist è il tuo primo singolo che esce per una major, la Virgin in questo caso. Raccontaci un po’ in particolare di questa traccia e cosa è cambiato con la firma con la major, se è cambiato qualcosa.

Blacklist è nata in un periodo di frustrazione dove non riuscivo a fare niente che mi piacesse. È stato molto semplice: mio fratello ha fatto un beat e io ci ho scritto le prime cose che mi venivano in mente, di getto. Non c’è troppa dietrologia, ma è anche il bello di questi pezzi, a volte non serve pensare troppo a cosa stai facendo, basta lasciarti semplicemente andare. Almeno, per me è così. A livello di persone con le quali mi interfaccio è cambiato sicuramente, ora lavoro con un team più grande e con cui mi trovo benissimo. A livello di processo creativo praticamente nulla, siamo sempre io e Jiz in una cameretta, come sempre. È così che spero sia sempre.

 
 
 
 
 
Visualizza questo post su Instagram
 
 
 
 
 
 
 
 
 

😴

Un post condiviso da SETHU (@sethuisinhell) in data:

Questo singolo e altri tuoi brani presenti negli streaming riconducono alla trap con influenze derivanti dal metal (penso ad esempio ad artisti come Zillakami/City Morgue ecc.). Tuttavia altri tuoi brani più vecchi presentano sonorità più morbide e un maggiore utilizzo di parti cantate (per esempio un pezzo come Lampioni). Come si conciliano in te queste due “anime” apparentemente così distanti?

In realtà non sono così distanti. Come hai detto tu sicuramente lo sono all’apparenza. Mi rendo conto che ora c’è più attenzione sulla parte più rap/urlata e sono felice di questo anche se è solo una piccola parte di me. Spero di dimostrare tutto quello che ho dentro andando avanti. Sono cose a cui ho pensato per davvero tanto tempo. All’inizio mi facevo molte paranoie su cosa fare, avevo paura di cambiare troppo stile. Per un po’ di tempo sono stato confuso anch’io. E tuttora lo sono. Ma alla fine va bene così, io non sono quello che urla, non sono quello che rappa, e non sono nemmeno quello che canta. Alla fine è proprio il mio approccio alla musica e alla creatività che è abbastanza confuso e vario [ride, ndr]. Mi capita di alzarmi la mattina e scrivere delle barre super cafone e di ritrovarmi a cantare Whitney Houston al pomeriggio. Me la vivo così [ride, ndr]. In realtà penso che la mia generazione sia stata abituata a confrontarsi con una certa “liquidità musicale” da un po’ di anni a questa parte, quindi, in un certo senso, fa parte dell’epoca in cui viviamo. E lo trovo fighissimo. Non è che la varietà stilistica sia un pregio indiscutibile che voglio sbandierare, eh, anzi quasi tutti i miei artisti preferiti hanno fatto un solo genere nella loro vita [ride, ndr]. Però è semplicemente come sono e come vivo la musica io. Per me la musica non è gioco a squadre dove se fai A non puoi fare B. Ecco ho fatto il mio asciugone, ahah.

In generale, quali sono le tue influenze musicali e il tuo background di ascolti? C’è un artista (o gruppo) che magari è o è stato per te una particolare fonte di ispirazione?

Come ho detto prima, ho cercato sempre di ascoltare ed esplorare più generi. Vengo da una città, Savona, dove l’hardcore è sempre stato forte, quindi sono cresciuto molto con quella mentalità anche a livello di ascolti. Poi mi sono addolcito negli ultimi anni [ride, ndr]. Ho sicuramente dei punti di riferimento che mi hanno insegnato tanto, come per esempio Kanye West, i Dsa Commando (che sono il gruppo più iconico della mia città) o Frank Ocean. Ce ne sarebbero davvero tantissimi altri che hanno contato tanto per me. Però le ispirazioni variano continuamente e sono molto volubile quindi è quasi impossibile darti una lista precisa. Ascolto di tutto, un po’ come tutti di questi tempi.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Su cosa sei al lavoro?

Al momento con Jiz stiamo lavorando per fare qualche altro singolo, poi spero di potermi concentrare su un lavoro unitario. Spero anche, come ho detto prima, di riuscire a portare sul tavolo tutto quello che ho nella testa, e di mostrare al meglio più lati di me.

Ti chiediamo una breve playlist/selecta di pezzi scelti da te che ti piacciono e/o ti rappresentano (tuoi o di altri), a piacere.

Certo, ecco qui:

E non fatevi scappare le chicche che non sono su Spotify: