Non solo Paola e Chiara: ecco le sette meteore sparite dalla scena musicale
Sono passati vent’anni dall’uscita di Television, il terzo album di Paola e Chiara Iezzi anticipato dal fortunato singolo Vamos a bailar (Esta vida nueva), uno di quei tormentoni estivi che, purtroppo o per fortuna, continueremo a cantare ogni volta che ci ritroveremo ubriachi al karaoke.
Era il 1997 quando si inizia a parlare delle sorelle milanesi, quell’anno vincitrici della categoria Nuove Proposte del Festival di Sanremo. In pochi anni Paola & Chiara hanno scalato le classifiche, vinto il Festivalbar, cantato la colonna sonora del film Disney Hercules, vinto Un disco per l’estate. Insomma, i requisiti per diventare una bellissima storia di musica (e di amore) c’erano tutti, ma, mio malgrado, oggi sono qui a raccontarvi la storia di quella che è stata piuttosto una fugace cottarella lunga poco più di un’estate, giusto il tempo di mangiarsi un Solero in riva al mare.
Se è vero che in amore vince chi fugge, è anche vero che di persone entrate nelle nostre vite e altrettanto inspiegabilmente e velocemente uscite ne ricordiamo fin troppe: ecco perché ho pensato di raggruppare – per la rubrica 7bello – le sette meteore degli anni ‘00 finite nel dimenticatoio.
Mattafix
Nonostante un album d’esordio (Signs of a Struggl, nel 2005) senza punti deboli ed un tour mondiale che ha fatto esibire la coppia in 30 paesi diversi, i Mattafix non hanno mai suscitato veri interessi, vittime di quel tempo in cui l’R&B né tirava né attirava. Due anni più tardi, con Rhythm & Hymns, ci vengono confermate le potenzialità ma anche (e soprattutto) i limiti del progetto, unicamente colpevole di puntare tutto proprio su quel genere di musica non abbastanza mainstream e commerciale per l’epoca. Dopo lo scioglimento (senza spiegazioni) del duo nel 2011, Marlon Roudette ci riproverà da solo, pubblicando Matter Fixed ed Electric Soul, due album che sembrano semplicemente delle versioni mal scopiazzate di ciò che l’inglese faceva prima, senza il valore aggiunto di Preetesh Hirji.
Valeria Rossi
Valeria chi? Esatto, proprio lei, quella di “dammi tre parole, sole cuore amore”, singolo che dopo esser stato scartato dalla giuria sanremese nel 2001, ha raggiunto la prima posizione nella classifica dei dischi più venduti in Italia, dove ci è rimasto per sette settimane consecutive, permettendo alla cantante di Tripoli di vincere il premio rivelazione dell’anno al Festivalbar.
Delusa però dai flop che hanno seguito questi 15 minuti di celebrità (si veda l’infelice album Osservi l’aria del 2004), Valeria Rossi ha deciso di cambiare completamente vita: nel 2014 ha pubblicato Bimbincucina, un libro di ricette per bambini. Si merita, certo, di far parte delle nostre meteore.
Paolo Meneguzzi
Il cantautore italo-svizzero ha venduto, tra il 2003 e il 2005, due milioni di dischi, realizzato più di 500 concerti in tutto il mondo ed è diventato la suoneria del cellulare di milioni di ragazzine che avevano il suo poster appeso sopra il letto (anche se forse questa era solo mia sorella).
Oggi, all’età di 44 anni, Paolo Meneguzzi ha deciso di seguire ritmi meno serrati rispetto ai tempi di Verofalso, dedicandosi alla televisione ed aprendo un bar a Ibiza dove non è così improbabile vederlo indossare le vesti del cameriere. Questo non vuol dire che il centravanti della nazionale italiana cantanti abbia deciso di abbandonare completamente la musica: solo pochi mesi fa è uscito Il Coraggio, il suo ultimo singolo che, con nostalgia, ci fa ricordare i lontani fasti di TRL e le meteore passate.
Eamon
Dell’estate 2004 ricordo molto bene i cazziatoni che mi facevano i frati perchè alla radio dell’oratorio facevo passare almeno quattro volte ogni ora una canzone dai contenuti volgari e poco consoni alle circostanze. Nonostante Fuck It (I don’t want you back) non suonò più a Radio Brunella, il pezzo rap di Eamon è arrivato agli ascoltatori anche in (tanti) altri modi, tanto da piazzarsi nei primi posti delle classifiche di praticamente tutto il mondo. Eamon è arrivato prepotentemente alle nostre orecchie ed altrettanto improvvisamente è ritornato a vivere nell’anonimato: non hanno migliorato la situazione nè il remake degli Articolo 31, né l’album del 2006 venduto solo via internet, né tantomeno Golden Rail Motel, altro tentativo fallito di risollevarsi dal baratro.
Lumidee
Lumidee Cedeno nasce a New York nell’ottobre del 1984 e passa la sua adolescenza sui bus che la portano al college, in palestra e alla scuola di canto. Proprio durante uno di questi quotidiani spostamenti, insieme all’amico produttore Bob Levi, scrive Never Leave You (Uh Oooh, Uh Oooh), canzone destinata a diventare l’hit mondiale che farà la fortuna della label indipendente Straight Face. La notorietà raggiunta grazie al singolo, che in poco tempo raggiunge la vetta di molte classifiche internazionali, permette alla rapper americana di prender parte insieme a Fatman Scoop alla compilation dedicata ai mondiali di calcio, con la canzone Dance!, campionando Whitney Houston. Dopo una collab con Gwen Stefani nel 2007, Lumidee improvvisamente smette di far parlar di sé, tanto che è difficile trovar notizie sul suo conto, ad eccezione di Unexpected, sfortunato album pubblicato nell’aprile 2007 per TVT Records. Dopodiché è vuoto pneumatico.
Des’ree
Il momento culmine per la carriera della cantante inglese, raggiunto grazie ai successi di Life e You Gotta Be, coincide anche con l’inizio della sua fine e si guadagna un posto nelle nostre meteore: Dream Soldier, quello che doveva essere l’album della conferma, non soddisfa nemmeno lontanamente le aspettative delle discografiche, tanto che Des’ree vedrà stracciarsi davanti agli occhi il contratto firmato con la Sony. Dopo aver fatto rumore mediatico per aver intrapreso un’azione legale contro Beyoncè, la londinese ha provato a tornare sulle scene nel 2019 con l’album A Love Story che, inutile dirlo, ha rappresentato un altro flop e convinto Des’ree ad abbandonare definitivamente la musica.
Jalisse
Una nuova regola, introdotta nel Festival di Sanremo nel ’95, consente ai finalisti non vincitori della sezione Nuove Proposte dell’edizione precedente di contendersi quattro posti tra i Campioni. Con gli astri allineati favorevolmente, i Jalisse tornano (da indipendenti) sul palco dell’Ariston, passando il primo turno e vincendo il Festival con Fiumi di Parole.
Il duo (ora marito e moglie) continuerà negli anni a suonare e fare musica, senza ricevere la benché minima attenzione mediatica, senza calcare grandi palchi, senza più credere di poter essere “gli Eurythmics italiani”.
Only sad reactions e meteore.