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PERCHÉ LA PRIMA COLONNA SONORA DEI DAFT PUNK MI HA FATTO TANTO CAGARE?

Daft Punk

Vi ho sentiti davvero entusiasti, qualche settimana fa, alla notizia che i Daft Punk sarebbero tornati sulla terra per la colonna sonora di Occhiali neri, il nuovo film diretto da Dario Argento. Le news ed i tweet inneggianti un ritorno dei re dell’elettronica in poche ore hanno riempito il web, alimentando anche la mia eccitazione. Ma chi del resto non ha reagito così?
Un po’ come quando una fredda mattinata di dicembre ti suona la sveglia e realizzi che è il giorno in cui arriva la tredicesima.

Poi, come un fulmine a ciel sereno, la smentita: indubbiamente c’è il desiderio del regista di collaborare con i francesi, senza però esserci nulla messo nero su bianco. Peraltro, stando alle parole dei produttori, sembra sia tutt’altro che facile riuscire ad ottenere il sì del duo: «Le frasi riflettono la volontà di Argento di lavorare con i Daft Punk, ma tuttavia non ci sono stati accordi o discussioni tra le due parti. Il film è attualmente in fase di pre-produzione, e il desiderio di Dario non è nell’agenda di oggi» fanno sapere da Parigi.

Sono un guastafeste e vi ho smorzato l’entusiasmo? Del resto non è dicembre e per la tredicesima dobbiamo aspettare ancora parecchio.
Però, c’è un però: i Daft Punk latitano dalla scena musicale dall’esibizione ai Grammy nel 2017 e non bussano alle discografiche dal 2013, anno di Random Access Memories. E c’è un altro però: Dario Argento è un grande appassionato di musica, senza considerare che il duo francese è fan dichiarato del regista: «Sono miei estimatori e conoscono tutto il mio cinema» raccontava Argento «Da amici hanno saputo che giravo un nuovo film e mi hanno telefonato per dirmi che vorrebbero lavorare con me. Verranno a Roma appena possono»ha raccontato il regista capitolino.

Se mai Argento e i Daft Punk riusciranno a pranzare insieme, c’è da sperare che subito dopo l’antipasto inizino a parlare di colonna sonora, topic che potrebbe stuzzicare l’appetito di Guy-Manuel de Homem-Christo e Thomas Bangalter, non novizi nel settore, dopo essersi occupati della produzione della colonna sonora del film Tron: Legacy.

Ho visto e rivisto la seconda parte del cult di Lisberger del 1982, concentrandomi soprattutto sulla soundtrack, vedendo sfancularsi le mie aspettative e continuando a chiedermi come avessero potuto i Daft Punk fare un lavoro così scialbo e poco colorato. Ostinandomi a cercare quei beat elettronici che continuavo a non trovare, mi chiedevo che fine avessero fatto le atmosfere futuristiche, i riff e le sfere da dancefloor di Discovery, quando sarebbero arrivati i robot, le drum machines e i sintetizzatori.

L’assenza di risposte era un problema, ma i Daft Punk non potevano aver sbagliato, i Daft Punk non sbagliano mai. Sono anni che convivo con questa cosa, ma ancora una volta (come sempre quando si parla di problemi) mi sono reso conto che il nocciolo della questione stava in un mio approccio sbagliato: guardavo il film come se fosse un video dei Daft Punk, cercando una versione 2.0 di Intersella5555, dimenticandomi che Tron non era la clip di un nuovo pezzo french house, ma un film diretto da Kosinski in cui il duo mascherato voleva (e doveva) solo essere una cornice.

Ed è questo quello che ci aspetterà anche nel caso in cui il pranzetto a casa di Dario sarà gradito dai Daft Punk: il duo si cimenterà con un format musicale ben diverso da quello che è una produzione per una label, creata con lo scopo di raggiungere più orecchie possibili. Capisco che gli anni di distanza da Random Access Memories altro non fanno che aumentare il desiderio di una nuova raccolta di hit in pieno stile Doin’ it Right, ma non sentiremo parlare di questo: l’argomento di discussione sarà, piuttosto, la colonna sonora che, da definizione, è «l’insieme di suoni che fanno parte di un film o più in generale di un prodotto audiovisivo».

Occorre quindi chiarire fin da subito che no, non avremo nessuna nuova Get Lucky da cantare; e se non prendiamo consapevolezza di ciò già da ora, correremo il rischio di rimanere delusi da quanto ascolteremo, proprio come mi è successo le prime volte che ascoltavo la colonna sonora di Tron. Con questo non voglio dire che la soundtrack di Tron è un lavoro imprescindibile, ma è importante cambiare il punto di vista e capire che i Daft Punk sono stati messi lì per creare l’atmosfera giusta, non per sfornare la nuova Harder Better Faster Stronger”. La musica dei francesi dovrà essere impersonale, farà da cornice senza diventare la protagonista.

Non entrando in quest’ottica fin da ora il rischio, sarà quello di rimanere delusi. Solo così prendono senso e si riescono ad apprezzare i frammenti sinfonici di Tron: Legacy, solo così capiamo come mai i beat elettronici lasciano spazio agli archi, e solo così prendiamo consapevolezza che ogni stravaganza melodica sarebbe stata superflua.

Che sarà un album per una major o una colonna sonora per un nuovo film, Guy-Manuel de Homem-Christo e Thomas Bangalter prima o poi torneranno, per dimostrare ancora una volta (come se ce ne fosse bisogno) di essere dei musicisti a tutto tondo, in grado di intendere la musica non solo in chiave clubbing ma anche ad un livello più complesso.
Noi non possiamo fare altro che aspettare e sperare che pranzino con Dario Argento.

Ma dicono che l’attesa del piacere è essa stessa il piacere, no?

Fonte immagine: rumoremag.com