Home > 7BELLO > I SETTE MIGLIORI CONCERTI CHE PERDEREMO

I SETTE MIGLIORI CONCERTI CHE PERDEREMO

concerti

Abbiamo perso durante questi mesi una delle nostre principali attività, i concerti. Perché certo vedere la Boiler Room di Damon Albarn è sicuramente gratificante per le nostre orecchie e il nostro gusto, ma non piacevole quanto l’essere belli sudati a condividere una birra con una manciata di amici. La nostra voglia di stare fianco a fianco – che tu rimanga immobile mentre sorseggi un gin tonic o che tu voglia agitarti fuori tempo urtando continuamente i vicini – è ora ostacolata.

E poi si perde tutta quell’empatia che si crea tra pubblico e artista. L’importanza di poter snobbare dal vivo chi non è interessante per i nostri canoni musicali o, al contrario, di apprezzare con urla e schiamazzi chi ci aggrada maggiormente, è completamente sfuggita. Certo si può commentare ad ogni diretta, ma sarebbe un po’ poco soddisfacente andare avanti così, no?

Ad ogni modo per accrescere la malsana dose di depressione dovuta al lockdown appena trascorso, vogliamo ricordarvi con una lacrimuccia all’occhio, quanto ci siamo persi sino ad ora. Un Settebello dedicato completamente a quelli che, secondo noi, potevano essere i concerti più importanti e significativi di questi mesi. A cui saremmo accorsi rapidamente!

Sad reactions only.

The Jesus and Mary Chains

di Lorenzo Bellini

Sono come il whiskey invecchiato: hanno un sapore forte, incutono un po’ di riverenza e dopo anni ti chiedi se abbiano ancora da assorbire qualcosa dal legno della loro botte. La risposta è assolutamente sì. Sono una rarità i concerti di vecchie glorie che non crollano sotto il peso della presunzione di una possente carriera alle spalle. La band scozzese, attiva dal 1984, ha figliato parecchio sino ai giorni nostri, regalandoci molte altre gioie, alcune forse involontariamente. Le sonorità dark di quegli anni sono perfettamente accordate con il loro retaggio punk, ma imbastardite da una vena pop che rende le loro chitarre dissonanti incredibilmente orecchiabili. Il tutto condito da un’attenzione maniacale per le linee melodiche. Ebbene questi veterani non si sono mai stancati davvero di calcare il palcoscenico. Qualche anno fa si erano presentati in una caldissima giornata di luglio al Ferrara Sotto le Stelle, mostrando a tutti che malgrado l’età e la mancanza di aggressività di un tempo, sono ancora una band validissima. Suonano ininterrottamente o quasi, non temono di apparire statici al pubblico in alcun modo e riempiono ancora i cuori di malinconia con una naturalezza disarmante. Portavano in tour il loro secondo album Darklands, uscito nel 1987, dove la lezione pop è maggiormente marcata rispetto al primo, il più noto Psychocandy, ma dove ancora una volta regna la desolazione trasmessa. Fortunatamente il live è rimandato al 23 febbraio 2021, data da cerchiare sul calendario già da ora assolutamente.

Bugo

di Lorenzo Bellini

Ormai lo conoscete tutti, volenti o nolenti, per quella folgorante diatriba avvenuta a Sanremo. Ma Bugo non è solo Sincero. Cristian Bugatti, infatti, è un artista a tutto tondo che ha davvero incarnato il cantautorato lo-fi degli anni 2000. Egli è padre di quasi tutti i gruppi catalogati, a volte erroneamente, come indie della nostra generazione e ha alle spalle ben nove album da solista. Alcuni lo consideravano la brutta copia italica di Beck (altro concertone, anche se un poco più fuori mano, che purtroppo è andato perso), altri un genio assoluto che ha spronato la scena italiana cercando di modernizzarla. Di certo non ha mai raggiunto grandissima notorietà, probabilmente perché è separato dalla tradizione più classica del cautautore nostrano; non canta di politica o di tematiche sociali, preferendo descrivere scenari quotidiani sottolineando alcuni aspetti della vita metropolitana con velata ironia che, a volte, declina nel cinismo. C’è una naturale sfrontatezza nei suoi live – speriamo per nulla ammorbidita dalla deriva brit pop che l’ultimo disco mostra – accordata perfettamente con il personaggio creatosi intorno alla figura del cantautore novarese. Bugo è un narratore coerente con se steso e con il suo pubblico, o lo ami o lo odi. Per nostra fortuna c’è già una data per non perdere tutto questo ossia il 20 di settembre all’Alcatraz di Milano.

FAST ANIMALS AND SLOW KIDS

di Camilla Volpe

Direttamente dall’Umbria, i FASK non hanno certo bisogno di presentazioni: musicalmente arroganti, fanno da colonna sonora ai nostri piantini e alle nostre gioie ormai dal 2011 a partire dall’esordio Cavalli, prodotto da Appino (dovrebbe bastare come garanzia). Ogni album è una scoperta nuova e quando pensi di averli finalmente conosciuti, crescono ed evolvono dimostrando di saper fare sempre meglio. Non cambiano le loro urla, che ti scavano sempre un po’ dentro e ti raccontano quello che provi nel modo più punk, più rock e più romantico possibile: nei loro lavori c’è la furia, la passione, l’angoscia, la felicità. C’è tutta una vita, ci sono milioni di vite. Se questo ci risulta chiaro semplicemente ascoltando i loro album in cameretta, un loro live è in grado di muovere corde di noi stessi che non sapevamo potessero suonare così bene: c’è la folla, ci sono le luci, c’è un pogo in cui tutti si fanno male ma tutti si vogliono bene, c’è un’energia che ti fa ridere e ti fa piangere  allo stesso tempo. In questi mesi avrebbero dovuto fare un bel po’ di date  in giro per l’Italia, a Milano avrebbero suonato l’11 marzo all’Alcatraz. Ora è tutto fermo, ma il giorno in cui Aimone potrà correre sul palco ed urlare «ciao a tutti, noi siamo i Fast Animals and Slow Kids e veniamo da Perugia», sarà davvero un bel giorno.

POST MALONE

di Den

Era proprio il periodo in cui si parlava del fatto che il 2020 non sarebbe stato l’anno dei grandi protagonisti della scena. Il vecchio leitmotiv che (senza entrare nei meriti di costi, benefici e casini organizzativi vari) si riassumeva in: ma siamo sempre sfigati in Italia? E invece bum! Senza che nessuno se lo aspettasse, nel freddo inverno, sui motori di ricerca di tutta Italia era possibile leggere le parole «17 giugno 2020 Post Malone a Milano». Il motivo di tanta soddisfazione era data sia dalla possibilità di alzare l’asticella dell’offerta musicale nazionale, sia dall’occasione di assistere alla performance di un grande artista che è riuscito fin dal secondo disco ad attirare subito l’attenzione della radio: Rockstar prima e Circles dopo, sono state a lungo tra le più riprodotte. Post Malone è l’artista anti-boomer perché ha i tatuaggi in faccia, insieme a Travis Scott è tra i più amati anche dai giovanissimi; ma è anche il rapper che non ha mai nascosto la sua sensibilità, soprattutto quando esegue i pezzi da solo con la chitarra. Un talento che non si discute: credo che sia davvero difficile sentire cantare live con così poche differenze rispetto al lavoro in studio. Vogliamo quella sensazione che si prova a vederlo saltare a destra e sinistra tenendo il palco da solo. Posty torna presto! 

MARRACASH

di Francesco Gobbato

Chiaramente, nel nostro Settebello, non si può non citare il concertone/evento di Marracash al Forum d’Assago. Anzi: i concertoni. Il rapper della Barona era riuscito a chiudere ben quattro date (di cui tre sold out), realizzando una grande vittoria non solo a livello personale, ma anche per tutta la scena rap italiana che finalmente vedeva raggiunto un risultato degno da rockstar o popstar, giustamente. Certo, ci son stati altri rapper prima di lui ad aver suonato al forum, ma tre soldout (senza ospiti o perlomeno non avendoli ancora annunciati) sono riusciti solo Marra. Queste date sarebbero state quindi l’occasione sia per assistere al momento storico dove il rap italiano si prende il proprio spazio, ma anche scoprire come l’aspetto live avrebbe valorizzato l’esperienza e il proseguimento del fortunato album Persona. Purtroppo per tutto questo ci toccherà ancora aspettare qualche mese.

LIBERATO

di Flavia De Meo

Una solo parola: Liberato. Non starò troppo a dilungarmi perché in molti sappiamo quanto questo evento fosse atteso. Per la prima volta, un suo live in uno spazio adatto a contenere tutti i suoi fedeli: Assago. E poi in che data: 25 aprile, più liberazione di così. Ma anche questa volta ho visto sfumare davanti ai miei occhi qualcosa che per una volta sembrava quasi tangibile. Chissà quando arriverà il giorno in cui questa attesa potrà realizzarsi, ma noi nel frattempo non demordiamo perché Liberato è molto più che un volto nascosto. È capacità di coinvolgere e affascinare il pubblico, di conquistarlo, di far cantare in dialetto napoletano anche il ragazzo di Rozzano, perché Liberato è magia ed energia pura. Sì, noi saremo ancora lì, a ballare ad occhi chiusi ed emozionarci nuovamente tra i suoi racconti di amori sbagliati, rapporti finiti e sofferenze. Perché noi nun ce simm scurdat’ ‘e te

PRINCESS NOKIA

di Denys Guante

L’audace rapper, cantautrice, attivista e anche attrice statunitense di origini portoricane, Destiny Nicole Frasqueri aka Princess Nokia si sarebbe dovuta esibire a Milano il 3 Marzo scorso. Il concerto è stato rimandato in data 4 Novembre 2020, nella speranza che la cantante possa finalmente intrattenerci con la sua energia nell’unica data italiana del suo tour europeo. I suoi testi originali, liberi, schietti si uniscono a basi dalle molteplici influenze, spaziando dalle classiche tonalità soul fino al’emo-rap. Gli ultimi due album da lei realizzati sono Everything Sucks e Everything is Beautiful, usciti in contemporanea il il 26 Febbraio 2020. In questi due lavori la rapper cerca di contrapporre le diverse identità che convivono dentro di lei come in un moderno e femminile Strange Case of Dr Jeckyll and Mr Hyde. Così Everything Sucks diventa il suo lato spigoloso, sexy, carnale, senza peli sulla lingua. Non a caso fa parte di questo album il brano I like Him, un canto di indipendenza alla libertà sessuale delle donne – che ha spopolato tantissimo su Tik Tok. Everything is beautiful diventa, invece, il ritratto del suo animo sensibile e della ingenua positività che emerge nonostante gli ostacoli. Più si ascoltano questi due lavori, più cresce la speranza che il 4 Novembre si possa ballare, divertirsi e urlare sotto il palco di questa donna innovativa e piena di talento. Vado ad accendere due ceri, magari accade il miracolo se lo chiedo in nome della santa Princess Nokia.