Un nome curioso, un’idea curiosa. Nel nome stesso del progetto, MILANO SHANGHAI, si può ritrovare l’interezza delle scelte artistiche della crew. Ma andiamo con ordine. MILANO SHANGHAI è una crew milanese che ha pubblicato l’EP d’esordio lo scorso 17 aprile intitolato LABIRINTI, fuori per la storica etichetta bolognese Irma Records (Colle Der Fomento, Murubutu, Frankie hi-nrg mc solo per citarne alcuni).
Musicalmente parlando, l’EP si presenta come un lavoro coeso e ricercato, l’idea è quella di spaziare tra i generi musicali più legati al concetto di metropoli: hip-hop, bossa nova, armonie jazz e occhiolini vari a tutto l’urban moderno. Spiccano i brani LABIRINTI, 25 DICEMBRE e SALVAGENTE, che non fanno altro che confermare il periodo ispirato dei ragazzi milanesi.
L’ascolto di questo EP ci catapulta nella notte della città e nelle sue sfaccettature, vicoli bui e stretti ci costringono a districarci in questo labirinto che è la giovinezza, l’irrazionalità e l’entusiasmo dell’avere vent’anni in una città cosmopolita, caotica e stimolante come Milano.
C’è tanto jazz in questo lavoro, segno che i ragazzi non hanno paura di sperimentare di uscire dai canoni standard e mettersi a giocare con le ritmiche. I testi e il cantanto sono quasi ipnotici: immagini forti, ma talvolta slegate, si alternano come un elenco quasi a voler stilare una lista di sensazioni ed emozioni che la giovane crew milanese vive nelle sue giornate: «Ravioli e impasti, involtini maxi, labirinti e luci, Milano Shanghai»
Ma ciò che più di tutto colpisce di questo lavoro è il legame con la Cina. A Milano la comunità cinese è una realtà vivissima e, a suo modo, molto integrata. Si sviluppa su Via Paolo Sarpi e prende tutta la zona, con i negozi pieni di cianfrusaglie e cibo, dove si può trovare di tutto a prezzi stracciati. LABIRINTI riesce a catapultare l’ascoltatore tra quelle vie, facendogli
respirare l’aria di quella zona, permettendogli di sentire gli odori di cucina cinese. Insomma, l’impressione è che, ascoltandolo, si possa fare un giro con MILANO SHANGHAI in quel mondo tanto distante quanto essenziale per la città.
Curiosa poi la scelta estetica dei ragazzi: nelle foto indossano delle mascherine, come quelle che stiamo usando in questo periodo di quarantena, sicuramente più belle di quelle da medici che ci ritroviamo noi. Ho letto in un’intervista che l’idea di indossare questi indumenti è avvenuta prima della diffusione del virus; pensa te la vita com’è strana. E da qui un parallelismo semplice ma efficace: un po’ come la loro musica, così la casuale scelta estetica dimostrano un attento sguardo al futuro, dettato da un’urgenza concreta di far musica, togliendo di mezzo tutte le etichette. Non male! Insomma un primo lavoro davvero ben fatto, sperando che per il prossimo album magari scelgano qualche altro indumento non strettamente legato ad un’epidemia.