Il 30 aprile Dani Faiv ha rilasciato l’EP Scusate: ascoltandolo possiamo, forse, già intuire alcune delle caratteristiche dell’album ufficiale in uscita a fine maggio.
Un problema che sembra essere da sempre irrisolto nella scena hip hop italiana (o meglio da quando il rap è approdato nel cosiddetto mainstream) è il costante dover rimanere in equilibrio tra una fetta di pubblico comprendente lo zoccolo duro degli ascoltatori di rap che masticano il genere da anni e pretendono che l’asticella si alzi a ogni uscita di un artista, e una fetta invece più giovane e/o più generalista, gonfiatasi ultimamente e con l’esplosione del genere, la quale forse è meno pretenziosa e si accontenta di contenuti leggeri e collaudati.
Chiaramente non è un problema in sé ed è giusto tale dualismo sia presente; dal lato degli artisti, tuttavia, ciò fa sì che ad ogni singolo dal tiro più catchy, ”pop”, estivo (e tutte le altre definizioni su questa falsa riga) per arrivare in cima alle classifiche, segua sempre il pezzo crudo, hardcore, street (e tutte le altr….. vabbè, ci siamo capiti) per ricordare ai fan della prima ora che non si è cambiati, si è sempre rimasti gli stessi, il successo non ha influito e una serie di altre amenità che dicono i rapper.
Questo voler stare con il piede in due scarpe crea spesso una discrepanza nella qualità globale di alcuni dischi usciti negli ultimi anni, perlomeno in quelli dei rapper che giocano nel campionato più mainstream; anni fa (prima dell’arrivo di Spotify e lo streaming per intenderci) per limitare questo problema si usava rilasciare prima dell’uscita del disco ufficiale, il buon vecchio mixtape o street album, e in quel caso sapevi che lì avresti trovato materiale per i palati più esigenti o che accettavano meno compromessi: pensiamo, per fare esempi illustri, al Roccia Music 2 di Marracash che anticipava King Del Rap, a Quorum di Fabri Fibra che anticipava Controcultura.
Tutta questa introduzione e retrospettiva un po’ vintage per dire che questa è l’associazione che ha fatto il mio cervello quando ho visto Dani Faiv annunciare, con relativa tracklist annessa, il suo terzo disco ufficiale Scusate se esistiamo in uscita il 29 Maggio e rilasciare praticamente il giorno dopo anche Scusate, EP di 7 tracce atte presumibilmente a fornire un antipasto di quello che sarà il disco ufficiale.
So che non è né bello né serio giudicare un libro dalla copertina (o un disco dalla tracklist, in questo caso), ma già vedendo che nell’EP sono presenti Salmo e Jake La Furia, mentre nel disco ci saranno Shiva e Gemitaiz (che ormai sembrano una tassa fissa da pagare quando bisogna scegliere le collaborazioni, tralasciando giudizi su entrambi gli artisti), un po’ viene il dubbio che il materiale più sostanzioso, o perlomeno più adatto a un pubblico navigato sul rap (tra cui evidentemente chi sta scrivendo, non lo nascondo) si trovi più all’interno dell’EP che nel disco.
Per carità, alla fine tutta questa premessa è solo la sega mentale di un ragazzo che ascolta rap da anni e forse sta un po’ invecchiando, quindi alla fine meglio lasciarsi andare all’ascolto di questo lavoro e trarre le conclusioni. E bisogna dire che Scusate di Dani Faiv è un lavoro notevole.
Dani Faiv non credo necessiti presentazioni: il ragazzo spezino classe ’93 ha già all’attivo due dischi per Sony/Machete: il primo, The Waiter, dalle tinte più cupe ma dove, sebbene a tratti un po’ grezzo ed acerbo , mostrava già ottime potenzialità; il secondo, Fruit Joint, invece confermava le abilità di tecnica e di flow del rapper, ma prendeva una wave più colorata che ha lasciato alcuni ascoltatori interdetti. Seguendo i suoi ultimi movimenti (dal Machete Mixtape 4 in poi), iniziava già a percepire una virata verso le origini, o comunque verso un rap più diretto e senza fronzoli, dove contano flow e barre. Questo EP al momento conferma tali impressioni.
Scusate si apre con i due singoli estratti In Peggio e Cioilflow con Salmo: il primo è un esercizio di stile molto interessante con un beat coinvolgente, il secondo altrettanto ma con un contributo di Salmo che non aggiunge né toglie nulla al pezzo, se non appunto il nome. Qui è necessario fare una precisazione: lo stile e l’attitudine Machete è sì sinonimo di garanzia, sia chiaro, ma alla lunga iniziano a diventare ripetitivi e ormai si sa che in un’uscita targata Machete si troveranno sempre la collabo e/o la posse track con i colleghi di scuderia con la consueta dose di punchline. Bello eh, ma dopo un po’ iniziano a sembrare prodotte in serie. E difatti in questo EP troviamo anche Machete Mob assieme a Lazza, Nitro, Hell Raton e Jack The Smoker. Tutti bravi, in particolare Nitro e Jack, ma è una delle tante.
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Le collabo più interessanti, difatti, si rivelano essere quelle con artisti esterni alla crew: Polvere e Detriti è forse la traccia migliore del disco, con un fantastico contributo di un sempre al top Jake La Furia, mentre Facce Finte con un sempre ottimo Gianni Bismark si aggiudica il ritornello migliore. In generale, anzi, consiglierei a qualunque rapper di ascoltare tutto Scusate per capire come si fanno nel rap degli ottimi ritornelli cantati, evitando certe oscenità che si sentono ogni tanto.
Il versante beats e strumentali è quasi totalmente affidato a Strage, salvo un contributo di Kanesh (Polvere e Detriti) e Low Kidd (Machete Mob). Tutti e tre svolgono un ottimo lavoro creando un’atmosfera che definirei a metà strada tra il giocoso e l’hardcore, tra il rilassato e il teso. Per intenderci, il sound può essere catchy ed i ritornelli possono prendere bene quanto volete, ma qui c’è del rap ben fatto e ti arriva diretto come un macigno. Credo questa sia la miglior sintesi dello stile di Dani Faiv.
Tutto sto pippone per dire che ci troviamo di fronte a un lavoro veramente fatto bene, che da un lato fa ben sperare per il disco ufficiale e dall’altro, come anticipavo, crea il timore di non vedere le proprie aspettative soddisfatte in seguito: vuoi perché, magari, un EP è meno dispersivo ed è più facile condensarci la qualità, forse questo antipasto ci ha abituati troppo bene. Ma alla fine sono solo supposizioni, sta a Dani Faiv dimostrare che ha altri assi nella manica. Noi aspettiamo l’album comunque fiduciosi.
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